Vai al contenuto

Ddl Zan, Prodi boccia Letta: “Si voleva creare l’incidente”

Nel dibattito seguito alla bocciatura del Ddl Zan in Senato ci mancava solo la voce di Romano Prodi. L’ex leader dell’Ulivo, e due volte premier, lancia pesanti accuse contro chi in pratica, secondo lui, ha voluto affossare la legge contro l’omotransfobia. Tra questi ci sarebbe persino Enrico Letta, anche se Prodi non cita direttamente il nome del segretario Pd. Critiche che il Professore bolognese formula in diretta tv mentre è ospite in collegamento video con Che tempo che fa, la trasmissione domenicale di Rai3 condotta da Fabio Fazio.

Romano Prodi e Enrico Letta

“Sarebbe stato molto facile fare piccole modifiche. Ma si è voluto strumentalizzare il tutto”, dichiara secco Romano Prodi rispondendo ad una domanda di Fazio sulla bocciatura del Ddl Zan. “Se uno vuole riformare quei piccoli aspetti della legge su cui si discuteva, bisognava andare caso per caso e si trovava l’accordo”, questa la critica che l’ex presidente del Consiglio rivolge a tutti coloro che non hanno mai voluto cercare una mediazione

Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Romano Prodi nel 2006. Dal 2004 al 2006 Enrico Letta ha lavorato al Parlamento Europeo. CLAUDIO ONORATI/ANSA

“Col voto segreto si voleva creare l’incidente e l’incidente c’è stato” , prosegue Romano Prodi, convinto che la forzatura di arrivare ad un voto segreto sul disegno di legge non sia stata casuale. Anche il Pd, in pratica, questo il suo ragionamento, avrebbe appositamente voluto creare un clima da muro contro muro con il centrodestra. Cercando poi di scaricare tutte le responsabilità per l’affossamento del Ddl Zan sugli avversari.

Secondo Prodi, inoltre, questa “prova di forza” sarebbe stata vinta proprio dal centrodestra. Sul tema dell’omotransfobia Prodi critica però anche Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, secondo la sua opinione, “su questo tema si è un po’ appiattito” sulle posizioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, allo scopo di tutelare gli equilibri interni nella sua coalizione. Ultima battuta sulla candidatura del Cavaliere al Quirinale e sulle sue intenzioni. “Io ho 83 anni l’anno prossimo, quando si vota. Più sette fa 90. Mi sembra un attentato alla provvidenza. Lui ne ha molti di più. Ma si vede che ha una provvidenza diversa”, conclude.