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Putiferio dalla Gruber, Marco Travaglio protagonista: “È indagato per ‘ndrangheta”

Marco Travaglio nuovamente protagonista di una lite in diretta televisiva. Il direttore del Fatto Quotidiano è ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo insieme al collega Italo Bocchino, ex parlamentare di centrodestra. Tra i due non corre buon sangue. E si nota subito sin dalle prime battute della trasmissione. Il dibattito è incentrato sui temi della giustizia e delle intercettazioni, il campo di battaglia di Travaglio insomma. Ma Bocchino ribatte colpo su colpo lanciando anche qualche frecciata avvelenata nei confronti del suo interlocutore.

Travaglio contro Bocchino dalla Gruber

“Nordio una macchietta, in un paese serio non farebbe niente”, così Marco Travaglio attacca il ministro della Giustizia sulle intercettazioni. “Eri tranquillo con Fofo DJ come ministro…”, replica Bocchino con un riferimento sarcastico all’ex Guardasigilli del M5S Alfonso Bonafede. “Io canto la stessa musica, tu no!”, ribatte Travaglio. “Io non ho cambiato idea. Meloni non andrà contro la magistratura. Sei stato prescritto!”, contrattacca però il suo interlocutore.

Poi la discussione si sposta su Giuseppe Valentino, candidato di Fratelli d’Italia al Csm prima che la sua candidatura fosse ritirata. “Quando candidi al Csm come vicepresidente cioè come capo uno che è indagato per ‘ndrangheta… Per me è un presunto innocente ma a me preoccupa la sua biografia. È un signore che risulta in contatti strettissimi con un certo Paolo Romeo, che non c’entra niente con l’amico di Bocchino, quello dello scandalo Consip”, affonda il colpo Marco Travaglio. “Anche amico tuo”, ributt la palla nell’altro campo Bocchino.

“Mai stato. Non l’ho mai conosciuto”, nega il direttore del Fatto. “Qualche frequentazione l’hai avuta. Gli hai fatto un’intervista fatta da te”, gli ricorda beffardo l’ex parlamentare. “Non sono stato né intercettato né rinviato a giudizio per traffico di influenze come te e Romeo”, replica allora piccato Travaglio. “Sono lo stesso che chiamasti per chiedermi la cortesia di farti togliere le cause che ti aveva fatto Romeo e che ti sarebbero costate molto. Ho ancora i tuoi messaggi di ringraziamento, Marco”, lo inchioda allora il collega.

“Ho pubblicato le sue precisazioni perché siamo giornalisti corretti. – prova a spiegare allora Travaglio prima di chiudere la discussione – Comunque è un neo fascista, reo confesso di aver ospitato Franco Freda durante la latitanza. Come fa il partito del presidente del Consiglio a proporre alla vicepresidenza del Csm uno che ha queste frequentazioni? È una questione di opportunità politica”.