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Quirinale, Travaglio boccia Berlusconi: “No al garante della prostituzione”

Marco Travaglio non fa sconti a Silvio Berlusconi nella corsa al Quirinale. In un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, il direttore non lascia spazio ai dubbi fin dal titolo: “No al garante della prostituzione”. Travaglio invita anche i suoi lettori a firmare la petizione contro la possibile elezione del leader di Forza Italia alla presidenza della Repubblica, sia sul Fatto che sul sito internet change.org.

Travaglio attacca Berlusconi

“Il presidente della Repubblica deve essere il garante della Costituzione. Silvio Berlusconi è il garante della corruzione e della prostituzione, non solo sul piano giudiziario. Mentre la Costituzione l’ha violata sia prima sia dopo il suo ingresso in politica”, scrive Marco Travaglio sul Fatto mercoledì 1 dicembre. “E ha tentato di scassarla nel 2006, quando il popolo italiano lo fermò col referendum”, accusa ancora il giornalista.

“Ha prostituito ai suoi interessi privati non soltanto le sue escort, alcune minorenni, ma anche e soprattutto i principi costituzionali che aveva giurato di difendere per ben tre volte da presidente del Consiglio”, affonda ancora il colpo Travaglio. “Dal 1994 è stato eletto in Parlamento sei volte. Poi è stato espulso dal Senato in quanto pregiudicato, interdetto da pubblici uffici e decaduto per legge”, prosegue l’invettiva del direttore del Fatto che storicamente non è mai stato tenero col fondatore di Mediaset.

“Ha derubato il fisco, frodando lo Stato che ora vorrebbe presiedere. Ha abusato dei pubblici poteri per piegare il Parlamento ad approvare 60 tra leggi ad personam e ad aziendam. Grazie a quelle sul falso in bilancio e sulla prescrizione, si è fatto prescrivere nove processi per accuse gravissime”, insiste ancora Travaglio. Ma la lista delle colpe di Berlusconi è quasi infinita. “Per queste ragioni chiediamo a tutti i parlamentari di non votarlo alla presidenza della Repubblica. Anzi, di non parlarne proprio. E, se possibile, di non pensarci neppure”, conclude il suo appello.

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