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Ahi, Raggi! Roma e quella “leggera” dimenticanza Casamonica…

Se non fosse una cosa seria e tragica verrebbe da ridere. E ridere con amarezza, ovviamente. Pensate, il Comune di Roma ha “dimenticato” di costituirsi parte civile nel processo a tre dei quattro (riconducibili al clan dei Casamonica) accusati del raid al Roxy Bar. La “dimenticanza” era già palese il 27 luglio scorso durante la costituzione delle parti ma all’epoca il Campidoglio, dove se ne fregano di mentire all’opinione pubblica nonostante i loro doveri, aveva fatto girare una nota in cui assicurava che la costituzione sarebbe arrivata: “Roma capitale si costituirà parte civile nel processo per l’aggressione al Roxy bar nei confronti di tutti gli imputati legati al clan Casamonica”.

La nota continua così: “A tal fine si specifica che non sono scaduti i termini per la costituzione di parte civile: nell’ambito del procedimento che riguarda Antonio Casamonica, essa potrà avvenire alla prima udienza dibattimentale fissata per l’11 ottobre 2018; nei confronti degli altri tre imputati ammessi al rito abbrevisto, secondo giurisprudenza recente, potrà invece essere presentata fino all’apertura della discussione del giudizio abbreviato dinanzi al Gup”.

E infatti ieri il GUP li ha smentiti non ammettendoli proprio per il ritardo con cui la richiesta è arrivata. Un colpo all’immagine del Comune, l’ennesimo. L’atto andava preparato dall’Avvocatura capitolina (diretta da Carlo Sportelli) il pomeriggio del 26 luglio attraverso due documenti: la procura, di solito firmata dalla sindaca, e l’autorizzazione dirigenziale (in questo caso prodotta dal gabinetto della prima cittadina).

Il gup Maria Paola Tomaselli non ha dunque accettato la richiesta del Comune di Roma di costituzione di parte civile, nel processo in corso nei confronti di Alfredo Di Silvio, del fratello Vincenzo e del nonno Enrico, ritenuti membri del clan Casamonica. Il Campidoglio per il giudice ha fatto tardi nel presentare l’istanza che è stata rigettata. “Le immagini dell’aggressione dei Casamonica nei confronti di una donna disabile e un barista sono inaccettabili. Le istituzioni non abbassano lo sguardo. Uniti contro la criminalità”. Così aveva tuonato la sindaca Virginia Raggi quando la notizia del raid divenne pubblica.

La Raggi si era anche recata in visita al Roxy Bar per portare la sua solidarietà a Marian, il barista aggredito e alla moglie, che decisero di denunciare nonostante le minacce. L’assenza di Roma Capitale tra le parti vicili non è purtroppo un segnale incoraggiante da parte delle istituzioni. Quante dimenticanze “sospette”…

Sempre ieri, inoltre, si è chiusa in Cassazione una lunghissima vicenda che vedeva circa 300 vigili urbani in causa col Comune fin dal 2009 per vedersi riconoscere uno scatto di carriera (con conseguente aumento di stipendio). Ebbene, anche in questo caso, il Campidoglio ha ritardato con la presentazione del ricorso che è stato rigettato per la gioia degli agenti della polizia municipale. Un problema in più per il Comune che dovrà sborsare una spesa ulteriore di 5-600 mila euro. Ora tutti si chiedono cosa ci sia dietro queste ripetute “dimenticanze”…

 

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