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Recovery Plan, ecco la bozza: così l’Italia spenderà i milioni in arrivo dall’Europa

196 miliardi: è l’ammontare delle spese al momento previste per le sei macro-aree del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dalla bozza, visionata dall’agenzia Ansa e sul tavolo del consiglio dei ministri in queste ore, viene anticipata per la prima volta la ripartizione dei fondi: 48,7 miliardi per digitalizzazione e innovazione, 74,3 per la “rivoluzione verde e transizione ecologica”, 27,7 al settore Infrastrutture per una mobilità sostenibile.

La voce “istruzione e ricerca” può contare su 19,2 miliardi, quello sulla Parità di genere su 17,1 miliardi. L’area sanità, infine, conterà su 9 miliardi. Il piano comprende anche una “revisione generale della tassazione” da realizzare entro la fine della legislatura con l’obiettivo di “ridurre prioritariamente la pressione fiscale sui redditi medi”, cioè quelli tra 40 e 60mila euro, perché si tratta della fascia che oggi sconta livelli di prelievo eccessivi rispetto ai redditi ottenuti”.
Tra i 17 cluster (i macro-settori in cui sono divise a loro volta le sei aree) risulta che il “più ricco” sia quello dell'”Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, del capitolo Rivoluzione verde, che può contare su 40,1 miliardi. Al secondo posto i progetti relativi a “Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione”, del capitolo “Digitalizzazione”, alla quale dovrebbero essere destinati 35,5 miliardi.È di 23,6 miliardi, invece, il pacchetto di risorse sui cui potrà contare il cluster “Alta velocità di rete e comunicazione stradale 4.0”. Poco più di dieci miliardi saranno dirottati sui progetti di Potenziamento della didattica e diritto allo studio mentre nel capitolo “Sanità” 4,8 miliardi dovrebbero andare al cluster “Assistenza di prossimità e telemedicina” e 4,2 ai progetti per Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria.

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