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Reddito di cittadinanza: tutti i trucchetti per averlo. Boom di separazioni e cambio di residenza

Al centro per l’impiego di Reggio Calabria sono giornate di fuoco. Si paria di norme anti-divano ma gli “avvoltoi di cittadinanza” che si arricchiranno “a sbafo” per ora pare che nessuno riesca a fermarli. Si stanno inventando di tutto per ottenere il sussidio e si registrano già molte operazioni anomale. Gli operatori non hanno neanche il tempo di rifiatare. “Ma allora dottoressa se io e mio marito ci separiamo prendiamo di più?”, chiede una donna. Accanto a lei c’è chi ha un’altra domanda: “Se vado a stare in una casa in comodato d’uso vale lo stesso o devo pagare l’affitto per uscire dallo stato di famiglia?”.

Il 6 marzo è lontano, il decreto ha tagliato i centri per l’impiego dalla fase di presentazione della domanda per il reddito di cittadinanza, ma più d’uno chiede informazioni. Fisiologico in un’area metropolitana di 551 mila abitanti con un tasso di occupati del 37% e 37mila famiglie in condizione di povertà relativa.

Molti invece si sono già informati e si stanno preparando per avere le carte a posto. “Da circa due settimane – dice un operatore del Cpi – almeno 4-5 persone al giorno di presentano con in mano un cambio di residenza…”. Le file negli uffici del Comune lo confermano. “Sembra esserci un’epidemia di crisi di coppia…”, ironizza amaramente un altro. “Solo oggi – spiega un’altra impiegata – ho preso in carico tre atti da separazione”.

Succede a Rotino Calabria, ma non sa tratta di un case isolato. È quello che avevano previsto praticamente tutti, Di Maio a parte. Del resto, sul web si moltiplicano siti, pagine facebook, formum con consigli, suggerimenti, tabelle e persino simulatori per aiutare gli aspiranti possessori della card gialla. Ci si scambiano link e consigli.

“Mio marito – dice Maria – una storia ventennale di lavori saltuari e tutti in nero, è disoccupato e nullatenente. Di tanto in tanto qualcosa fa, ma non risulta. Se ci separiamo, il reddito lo prendiamo entrambi e per intero. Però dobbiamo trovare un posto in affitto a poco per spostare la residenza”. Proprietari di immobili e agenzie si sfregano le mani. L’aumento della domanda ha dato cittadinanza ad immobili che fino a qualche tempo fa nessuno avrebbe perso in considerazione.

Miniappartamenti in zone periferiche, garage, depositi riconvertiti in case fatiscenti: molti non saranno neanche abitati, se non per il tempo necessario per le verifiche. Anche i titolari di molti Caf sorridono, e non solo perché è a loro che si rivolgeranno gli aspiranti per avere l’Isee, documento necessario per verificare se si possiedono i requisiti di base per il reddito…

Al Caf, oltre che alle Posta e all’Inps, si potrà anche presentare la domanda. Si tratta di servizi gratuiti per l’utente (almeno in teoria, ma pure qua si sa come funziona tanto…), ma non per lo Stato. “Il  vero business però – spiegano al centro per l’impiego – sarà per gli enti di formazione accreditati, quanto meno per i primi 12 mesi”.

“E basta guardare le bacheche degli annunci di lavoro – quasi tutti all’estero o fuori regione – per crederci. Le aziende non sono obbligate a comunicare le posizioni disponibili, non esiste una borsa nazionale del lavoro e i sistemi informatici dei vari Cipi non dialogano neanche tutti tra loro”. Avanti così!

 

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