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Referendum, shock assoluto! I risultati in diretta: chi vince e chi perde

Un risultato che era già nell’aria. Il referendum abrogativo dell’8 e 9 giugno 2025 ha visto una partecipazione tra le più basse nella storia della Repubblica Italiana. Soltanto il 27,49% degli elettori ha espresso il proprio voto, ben lontano dalla soglia del 50% più uno necessaria per validare il quorum. Di conseguenza, tutti i quesiti proposti sono stati annullati, indipendentemente dai voti espressi nelle urne.

Motivazioni Dietro Alla Scarsa Partecipazione

I temi del referendum erano tutt’altro che irrilevanti. Veniva chiesto di abrogare parti del Jobs Act relative ai licenziamenti, di ampliare le protezioni per i lavoratori delle piccole imprese, di aumentare le responsabilità in caso di incidenti sul lavoro, di reintrodurre la responsabilità solidale negli appalti e di ridurre da dieci a cinque anni il requisito di residenza per ottenere la cittadinanza italiana. Nonostante il sostegno della CGIL, di alcuni partiti di opposizione e di esponenti della società civile, queste proposte non hanno mobilitato la maggioranza degli elettori.

Secondo diversi analisti, l’appello all’astensione da parte del centrodestra ha giocato un ruolo cruciale. La premier Giorgia Meloni, pur recandosi al seggio, ha confermato di non aver votato, rafforzando la linea della non partecipazione. Una strategia che si è dimostrata efficace, come commentato da Matteo Salvini: “Il popolo italiano ha mostrato saggezza. Non è necessario tornare indietro su conquiste come il Jobs Act.”

Commenti Sulla Cittadinanza

Matteo Salvini ha espresso il suo parere sul referendum: “Oggi in Italia si votano dei referendum destinati a non passare: la cittadinanza non è un regalo, chiediamo regole più chiare e severe per diventare cittadini italiani, non basta qualche anno in più di residenza.”

Dall’opposizione arrivano reazioni di segno opposto. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha definito il referendum “un’occasione persa” e ha accusato il governo di aver “delegittimato uno strumento democratico fondamentale”. Anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha criticato la scarsa informazione da parte delle istituzioni, definendola “grave”: “Il governo ha fatto di tutto per affossare il referendum, senza neanche garantire una campagna informativa adeguata”.

L’assenza del quorum ha riacceso il dibattito sulla validità degli strumenti di democrazia diretta. Diversi esperti in diritto e politologia sollecitano una riforma del sistema referendario, proponendo soglie più basse o l’introduzione del voto digitale, per evitare che consultazioni su temi rilevanti diventino passaggi senza seguito.

Importante notare che, secondo un sondaggio diffuso alla chiusura dei seggi, meno della metà degli italiani era a conoscenza del referendum. Questo, forse ancor più della bassa affluenza, evidenzia il crescente distacco tra cittadini e politica.

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