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Da “Disperato” a “Sleale”, la stampa estera massacra Renzi. Cosa hanno scritto

Non sarà stato di certo contento Matteo Renzi di aprire i giornali esteri questa mattina. Da alcuni di quelli italiani poteva aspettarsi le reazioni, ma dal resto del mondo no. Nel dayafter del suo strappo i commenti nei suoi confronti sono impietosi. Il Financial Times e il Guardian hanno rispolverato per lui la definizione di “Demolition Man”, cpme già lo appellò l’Economist nel settembre 2019, quando lasciò il Pd per fondare Italia Viva. A riprendere i titoli e i commenti esteri ci ha pensato il Fatto Quotidiano: “Il quotidiano della City sottolinea che la mossa di Renzi potrebbe ‘facilmente ritorcersi contro di lui’. Ma, quel che più conta, la crisi italiana ‘minaccia di ostacolare il Recovery plan di Bruxelles'”.

Per l’agenzia Reuters “Renzi completa la trasformazione da riformatore a distruttore” e il suo nome è ormai “quasi sinonimo di slealtà e spietate manovre politiche”. Mentre El Pais annota che l’Italia deve ora “trovare la formula per un probabile terzo governo di questa legislatura nel mezzo di una pandemia, proprio quando si decide il destino di quasi 230 miliardi di euro che arriveranno dall’Unione Europea per uscire dalla crisi e il Paese deve presiedere il G-20”. Sulla stampa internazionale la reazione nettamente prevalente davanti alla crisi di governo innescata dal leader di Italia Viva è lo sconcerto.

Secondo il Financial Times Renzi ha “messo sottosopra Roma” nel tentativo di “rafforzare il potere di interdizione del suo piccolo partito e la sua stessa immagine personale”. La manovra “largamente impopolare” di Renzi arriva “nel momento peggiore possibile per l’Italia” e “lascia gli osservatori perplessi riguardo alle motivazioni”, spiega invece il Guardian, ricordando che “la sua popolarità è crollata da quando ha dovuto dimettersi da premier dopo il fallito referendum del 2016. Italia viva nei sondaggi ha meno del 3% dei voti”. Dalla Germania Der Spiegel tuona: “Sembra la battaglia di un uomo disperato. E un duello quasi tragico: da una parte Conte, il premier più popolare da 25 anni, dall’altra Renzi, uno dei politici più impopolari. Più il suo partito affonda, più lui lotta per avere attenzione”.

Sul New York Times Jason Horowitz si limita alla cronaca, ma non senza sottolineare che “i critici di Renzi, che sono numerosi, vedono un politico vendicativo e ambizioso che non solo aveva il potere di distruggere, ma non è riuscito a resistere alla tentazione di usarlo”. Le Figaro, in Francia, mette in evidenza l’ambiguità degli annunci di mercoledì: “Chi si assumerà la responsabilità della caduta del governo italiano in un momento in cui l’Italia sta attraversando una crisi senza precedenti?”.

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