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“Dietro ci sono Renzi e Obama”. E dagli Usa all’Italia impazza la bufala pro-Trump

Dopo l’assalto al Campidoglio, dai gruppi dell’ultradestra americana a quelli italiani, sui social ha iniziato a circolare una versione del “complotto” che avrebbe “deciso” le elezioni del 3 novembre. Per questo nel cuore della notte italiana, mentre negli Stati Uniti si consumava un attentato alla democrazia, l’Italia è balzata nei trend tipic, con Renzi a essere individuato come uno degli artefici del “furto” di voti a Trump. Lui, infatti, sarebbe il “grande architetto” dietro le elezioni presidenziali “rubate” al presidente Trump. Il leader di Italia Viva avrebbe tramato d’accordo con Barack Obama, usando i satelliti militari italiani. Con, naturalmente, il filantropo liberal George Soros. La nuova teoria complottista internazionale ha invaso nella notte i social unendo Italia e Stati Uniti sotto lo stesso ombrello, e trasformando #ItalyDidIt nell’hashtag più in tendenza.

Secondo la teoria complottista, Renzi e Obama avrebbero coordinato l’hackeraggio dei dati elettorali, la notte delle presidenziali, spostando milioni di voti verso Biden con l’aiuto di un satellite militare gestito dall’Italia. A tirare fuori il cosiddetto “scoop”, ma senza fornire il dettaglio “trascurabile” delle prove, è stato l’account americano BlueSkyReport, creato a ottobre e con più di 46 mila followers. Su Twitter è uscito un post che diceva: “Tutte le strade portano a Roma. L’Italia ha interferito con le elezioni americane. Diamo prima un’occhiata ai possibili giocatori coinvolti. Obama e l’ex premier dell’Italia Renzi”. E sotto, la foto dei due, sorridenti, uniti da un abbraccio, durante un incontro ufficiale.

Tutto il teorema – spiega Repubblica – si basa sulla ricostruzione fatta da Bradley Johnson, che si presenta come ex agente della Cia, attualmente commentatore tv per il network Oann, che Trump ha eletto a canale preferito, dopo aver ripudiato Fox News. Sulle base delle sue dichiarazioni, l’account cita il generale Claudio Graziano, attuale presidente del Comitato militare dell’Unione europea e il ruolo dell’azienda Leonardo, che gestisce un satellite militare. Si parla di un misterioso uomo del dipartimento di Stato americano presente nell’ambasciata Usa a Roma, la notte tra il 3 e il 4 novembre.

Secondo le accuse lanciate Oltreoceano è dall’Italia che, grazie alla gestione del satellite militare, si sarebbero creati algoritmi per spostare i voti da Trump a Biden, una volta “smascherato un sistema di hackeraggio” organizzato a Francoforte, in Germania, che doveva truccare in gran segreto la conta dei voti, inserendosi nel server ufficiale delle elezioni, Dominion. Le accuse sono state rilanciate da numerosi account dell’ultradestra. “Un membro del board dell’azienda Leonardo, che lavora per la Difesa, ha usato link satellitari per spostare i voti da Trump a Biden”. E poco dopo: “Italia e Obama colpevoli di aver truccato le elezioni”.

Molti trumpiani e i complottisti nostrani hanno dato credito alle accuse. In Italia i followers complottisti hanno rilanciato la rivelazione, chiedendo anche la testa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il coinvolgimento di Renzi da parte degli americani, però, non è nuovo: nell’ottobre 2019 era stato accusato da George Papadopoulos, ex consigliere di Trump, di aver cercato di sabotare il presidente con l’aiuto di Obama. Papadopoulos, condannato per aver mentito agli inquirenti riguardo contatti con emissari russi, aveva definito Renzi il “fallito premier socialista”. L’ex premier annunciò la decisione di querelare il suo accusatore.

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