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Report, Ranucci risponde alle accuse: “Nessuna minaccia, vogliono sostituirmi”

“Non ho fatto nessuna minaccia, vogliono sostituirmi”. Così il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, si difende dalle recenti accuse lanciate nei suoi confronti dal parlamentare di Forza Italia, Andrea Ruggieri. La vicenda che ha per protagonista Ranucci risale al novembre scorso, quando il giornalista veniva accusato da una lettera anonima di condurre Report in modo poco professionale. Destinatari della missiva erano stati proprio Ruggieri, insieme al collega renziano Davide Faraone, che avevano espresso tutti i loro dubbi in commissione di Vigilanza Rai.

Il conduttore di Report Sigfrido Ranucci

Di fronte alla commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, il parlamentare berlusconiano Andrea Ruggieri accusa Sigfrido Ranucci di averlo insultato e minacciato con una serie di messaggi che Ruggieri legge ad alta voce di fronte all’amministratore delegato di viale Mazini, Carlo Fuortes al quale chiede di sostituire il giornalista alla conduzione di Report. Fuortes parla a sua volta di “affermazioni serie e gravi” e annuncia l’attivazione di un audit interno.

“La lettera è arrivata anche a me”, dichiara Ruggieri spiegando che la lettera anonima è stata recapitata anche a lui, ma è stata subito cestinata “perché considerata infondata”. Ma il parlamentare è infuriato ugualmente con Ranucci perché “accusa me e Faraone di aver avuto un comportamento vergognoso e allude a una minaccia, sottolineando di avere migliaia di dossier sui politici che usano cocaina e sono protagonisti di scene da basso impero”.

Accuse che naturalmente Sigfrido Ranucci respinge al mittente. “Non c’è stata nessuna minaccia, anzi il contrario. – nega tutto il conduttore di Report – Ho stigmatizzato il fatto che Ruggieri e Faraone avessero reso pubblici dei dossier anonimi e infamanti, come si è dimostrato nei fatti dopo l’audit. È il secondo dossier falso riciclato da parlamentari e oggetto di interrogazioni. Mi chiedo se è normale che vengano usati dossier contro giornalisti, con l’unico scopo della loro sospensione o sostituzione”.

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