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Lega spaccata, la rabbia di Salvini contro Giorgetti

Matteo Salvini deve fronteggiare il periodo più difficile per lui da quando è alla guida della Lega. Gli ultimi giorni sono stati un vero martirio politico per il capitano leghista. Prima la serie di colpi sotto la cintura sferrati dai colonnelli del partito su green pass e gestione della pandemia. E, poi, il colpo da ko rappresentato dall’inchiesta per droga su Luca Morisi. Problemi che ora rischiano addirittura di far traballare la leadership della Lega.

Con il forzato addio di Luca Morisi dalla guida della Bestia social, sembra ormai spegnersi la spinta propulsiva populista della Lega salviniana sul web. Populismo che potrebbe presto essere sostituito dalla linea più moderata, europeista e draghiana rappresentata dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e dai governatori del Nord come Fontana, Zaia e Fedriga. La recente intervista rilasciata da Giorgetti a La Stampa, poi, rappresenta forse un colpo ancora più duro per Salvini rispetto all’affaire Morisi.

Lega spaccata

Giorgetti, in pratica, ha sconfessato l’intera linea politica salviniana sulle elezioni Amministrative. Meglio il Dem Sala del candidato di centrodestra Bernardo a Milano,secondo il potente titolare del Mise. Ma, soprattutto, a Roma meglio Calenda di Michetti, il candidato sostenuto con forza da Salvini e Meloni. Dichiarazioni, quelle di Giorgetti, che trasformano di fatto le prossime elezioni locali in una resa dei conti all’interno della Lega.

Secondo diverse ricostruzioni giornalistiche, la tensione nel partito sarebbe altissima. Ma il segretario Salvini, almeno per il momento, avrebbe deciso di mantenere una linea soft, evitando di replicare direttamente alle bordate di Giorgetti. Fatto sta che la fine dell’era Morisi sui social, accompagnata dall’ammutinamento di Giorgetti, suona a Salvini, e non solo a lui, come un tentativo di logorarlo dall’interno per sfilargli la poltrona della segreteria. Ma non solo, il vero obiettivo del ministro, si mormora, sarebbe quello di candidarsi per Palazzo Chigi in un prossimo futuro, rubando il posto proprio al suo Capitano.

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