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Roma, fine corsa per la metro C: si fermerà a Piazza Venezia. Scavatrici “tombate”

La pagina Facebook “Mobilitiamo Roma” oggi racconta – con un pezzo di Francesco Mingiardi – la cronaca di una morta annunciata. Quela della metro C. E invita i cittadini che non l’hanno ancora fatto a firmare una petizione per dire “Sì” al referendum per superare il monopolio Atac e mettere a gara il servizio. Le firme raccolte finora sono già quasi 300mila. La notizia delle ultime ore è quella che ha fatto saltare sulla sedia i romani: la Metro C si ferma a Piazza Venezia. Le scavatrici saranno “tombate”sotto il Campidoglio. La stazione di Piazza Venezia, nel progetto originario, avrebbe dovuto seguire quella Colosseo/Fori Imperiali e precedere quella di Piazza Argentina e una serie di altre stazioni che avrebbero dovuto seguire fino a quella di Clodio/Mazzini.

E invece? Nel 2010 viene accertata l’impossibilità tecnica di procedere oltre Piazza Venezia e si propone di trasformare una delle piazze più delicate di Roma nella stazione di testa della Metro C. Nei mesi successivi, l’idea di dare per morto il grandioso progetto induce gli autori di questo fantasy a trasformare nuovamente Piazza Venezia in una stazione di passaggio.

Piazza Venezia alla fine torna a essere semplicemente una piazza, senza stazione. Per questo, il Presidente della Commissione Mobilità di Roma Capitale, Stefano, racconta oggi che le talpe saranno “tombate”. Ironia della sorte, la loro sepoltura avviene sotto il Campidoglio, il palazzo che aveva immaginato in origine la Metro C bella e pronta per il 2013… Nel frattempo altri scrivono storie diverse. Mingiardi ricorda che “Copenaghen festeggia l’apertura della metro automatizzata ad altissima velocità e frequenza targata Ansaldo & Salini”.

“Oslo chiude alle auto nel centro storico riuscendo a servire tutti con mezzi efficienti, ecologici e a crescente automazione. Altrove, anche in Italia, vengono inaugurate nuove metropolitane o alternativi sistemi di trasporto”. E Roma?

La politica che amministra Roma non è in grado di trovare alcuna soluzione ai problemi che la stanno facendo scivolare fuori dal futuro. Sembra banale dirlo, ma non lo è dal momento che la linea C, tolta l’automazione, che peraltro non è sfruttata, e qualche ghirlanda, come ricordano da Mobilitiamo Roma “è una roba vecchia di un secolo e mezzo infilata dentro la capitale con un progetto che presentava e presenta ancora mille incognite irrisolte”.

E basta con questa nenia delle insidie del sottosuolo: è ridicolo pensare che nel 2019 esistono problemi insormontabili che non possano essere superati con un progetto cucito ad hoc sulla Capitale. Roma deve rialzarsi, deve camminare: sopra e sotto. Altrimenti, oltre alle scavatrici, sarà tombata la città stessa.

 

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