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“Basta, ora ci penso io”. Roma, una colf rimuove i rifiuti in strada. Ma ora rischia la multa

Gabriella è una romena di 34 anni che, da quando appena maggiorenne è arrivata a Roma, lavora come colf. Martedì era a casa di Gianfranco Maiotti, un pensionato di 74 anni nella zona semi periferica di Conca d’Oro. “Una cosa del genere a Bucarest non l’ho mai vista. Ho trovato i rifiuti davanti al portone. Allora ho detto basta: stavolta ci penso io”.

Così a mezzogiorno ha preso scopa, guanti e mascherina, è scesa in strada e ha cominciato a pulire. “I cassonetti erano vuoti, ma attorno c’era di tutto”. La crisi dei rifiuti nella Capitale ha raggiunto livelli preoccupanti, tanto che Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, ha ammesso come “ci sia un pericolo per la salute”.

La raccolta dell’Ama – la municipalizzata capitolina – è affidata infatti a camion che hanno un solo autista a bordo e che si limitano dunque a svuotare i cassonetti. Così almeno in via Val Cenischia, ci ha pensato Gabriella. “Tutti si lamentano, ma nessuno fa nulla. Voglio bene al mio datore di lavoro. Vive al primo piano e aveva i rifiuti dentro casa”. Il signor Maiotti non era a conoscenza della trovata della colf: “Ha fatto tutto da sola”.

“È stata solo deformazione professionale”, minimizza lei. “E poi vedere la città così mi rattrista”. Dopo due ore, Gabriella con una pompa ha innaffiato anche il marciapiede. Un lavoro completo, che potrebbe costarle “persino una denuncia per aver bagnato il suolo pubblico”.

Una beffa alla quale non vuole neanche pensare: “Sarebbe il colmo. Ma se i cittadini fossero più attenti, non ci troveremmo in questa situazione». Il riferimento va a ciò che Gabriella ha trovato rovistando tra i rifiuti. “Mi sono accorta come in pochi facciano la raccolta differenziata. In Romania scatterebbero delle sanzioni”.

Per far fronte all’emergenza la Regione, dopo un incontro con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha emanato un’ordinanza, “commissariando” così di fatto l’Ama e indicando una road map per “ripulire entro due settimane Roma”. Una priorità. Anche perché, sottolinea amaramente Gabriella, “a Bucarest non c’è lo stesso degrado”.

 

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