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“Tutto falso”. Runner morti nel sonno, arrivata ora la scoperta shock

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La tragica scomparsa di due runner veneti, appartenenti alla stessa squadra amatoriale, ha acceso l’attenzione degli inquirenti sulle procedure legate all’idoneità sportiva. Anna Zilio e Alberto Zordan sono stati trovati senza vita nelle loro abitazioni, a poche settimane l’uno dall’altra, in circostanze che hanno spinto le procure di Verona e Vicenza ad avviare indagini parallele.

Il fulcro dell’inchiesta riguarda i certificati medici di idoneità agonistica presentati da Anna Zilio. È emerso un certificato risalente al 2021 che gli investigatori considerano falso, con ulteriori sospetti su altri documenti cartacei riferiti agli anni seguenti. La Procura di Verona ha aperto un fascicolo per falso contro ignoti, mentre si approfondisce il quadro amministrativo e sanitario dell’atleta.

Nel sistema federale FIDAL, Anna risultava tesserata e coperta fino al 2026, ma la società sportiva Team Km Sport non ha registrato l’ultimo certificato medico, circostanza che riguarda solo lei all’interno del gruppo di circa 700 atleti. Al contrario, Alberto Zordan risultava in regola con tutta la documentazione sanitaria.

Anna Zilio ricopriva anche la funzione di segretaria nella Team Km Sport, occupandosi direttamente dell’archiviazione e del caricamento dei certificati medici agonistici degli iscritti. Le autorità stanno ricostruendo la gestione amministrativa per accertare se vi siano state irregolarità o manipolazioni documentali, o se si tratti di errori materiali.

Sono in corso approfondimenti scientifici, comprese le autopsie e analisi tossicologiche, per identificare le cause del decesso di entrambi gli atleti. Nel caso di Anna, si verifica anche la possibile presenza di sostanze nel sangue. Al momento, l’ipotesi del doping viene considerata remota, ma solo gli esiti completi degli esami potranno escluderla definitivamente e chiarire se patologie cardiache o altri fattori abbiano contribuito agli eventi.

La Team Km Sport esprime grande dolore per le perdite, ma sottolinea l’assenza di correlazioni evidenti tra i decessi e l’attività sportiva svolta. Il vicepresidente Emanuele Marchi ha dichiarato la volontà di far luce sulla vicenda, mentre il legale della famiglia Zilio invita alla prudenza, ricordando che si tratta di una tragedia che necessita di accertamenti accurati prima di ogni conclusione.

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