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Russiagate, bomba su Salvini. Chi è il Ted Malloch che svela: “Sì, lo aiuto io”

Dal Russiagate spuntano di nuovo l’Italia e Matteo Salvini. È un passaggio chiave, ed è ripetuto nella incriminazione che ha portato all’arresto di Roger Stone. Una persona, indicata nel documento del procuratore speciale Robert Mueller su Corsi come “overseas individual” e in quella di Stone come “associato (di Corsi, ndr.) che vive Gran Bretagna ed era supporter della campagna di Trump”, nell’estate del 2016 sarebbe andato all’ambasciata dell’ Equador di Londra per incontrare il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Per accordarsi con lui sul passaggio delle email della candidata democratica Hillary Clinton – hackerate dai servizi segreti russi – allo staff di Trump.

Infuocando la campagna elettorale americana e forse cambiandone il corso. “Overseas individual” è un cittadino americano residente a Londra, fortemente anti-euro e anti-Ue, pro Brexit e amico personale di Nigel Farage. Si chiama Theodore R. Malloch, è un frequentatore abituale del Viminale e si presenta come “consulente informale” del leader leghista Matteo Salvini.

È Malloch, ad esempio, che presenta nel marzo scorso Steve Bannon a Salvini, creando le basi per “l’Internazionale sovranista” rivendicata dal vicepremier. Qualche giorno dopo l’incontro tra Salvini e Bannon, Malloch è stato sentito dal procuratore speciale Mueller e trattenuto per alcune ore al suo arrivo in Usa dalla Gran Bretagna. Il 30 luglio posta su Twitter una foto accanto a Salvini, entrambi sorridenti, con in mano l’ultimo libro di Malloch: “Common sense business”. La foto viene scattata negli uffici del Viminale.

“Non sono un consigliere ufficiale, non vengo pagato. Sono un amico e un consigliere informale”, spiega Malloch a La Stampa. “Sono stato invitato da lui a parlare quattro volte in diversi eventi in Italia, alcuni prima e altri dopo le ultime elezioni. Uno era avvenuto in una banca italiana, con i rappresentanti delle principali banche italiane; uno al Parlamento; uno all’istituto Machiavelli, dove ho parlato a Roma. Sono stato a trovarlo l’ultima volta alcune settimane fa, nel palazzo dove svolge la sua attività di ministro e vice premier”. Il Viminale, appunto.

Il 25 giugno scorso invece, in un articolo sull’Italia pubblicato da The Gateway Pundit, Malloch descriveva così la travagliata fase che ha preceduto la formazione del governo gialloverde: “La corruzione politica non è solo diffusa in luoghi malfamati e ingovernabili e turbolenti come la Sicilia e la Corsica (sic!), ma a seguito della decisione di bloccare un governo di coalizione democraticamente eletto, arriva fino al livello presidenziale. Sergio Mattarella, presidente dell’Italia, ha affrontato le richieste di un suo impeachment a causa del suo totale disprezzo per il processo democratico. Controllato delle élite europee, delle agenzie di rating e della sinistra, ha essenzialmente cercato di rovesciare un risultato elettorale democratico”. Ah…

Ancora, Malloch – che era stato in predicato di diventare ambasciatore Usa a Bruxelles – compare in copia a una serie di email che si scambiano alcuni membri dello staff di Salvini per organizzare una visita negli Stati Uniti del leader leghista, alla fine del 2017. Adesso si sta dando da fare per organizzare una nuova visita del vicepremier, forse già in febbraio. Anche di questo ha parlato di recente con Salvini: “Gli ho suggerito alcune persone da incontrare, ad esempio tra gli italoamericani, tra cui è molto popolare”.

“Stiamo cercando di facilitare incontri a Washington, ci sono molte persone interessate a incontrarlo, perché è l’astronascente della politica europea, e quindi tutti lo vogliono seguire per vedere cosa fa”. Più complicato un incontro con Trump: “Il protocollo non lo prevede, bisogna trovare un’altra cornice. Un incontro internazionale dove si possono vedere, ad esempio”. Una possibilità allo studio è un incontro a St.Louis, in Missouri, dove è previsto un convegno conservatore con migliaia di persone, spiega Malloch.

“Penso che ci sia un forte interesse nella sfera di Trump in Salvini, perché è un giocatore importante non solo in Italia, ma a livello internazionale, su temi come l’ immigrazione, la cultura, la famiglia, la rinascita della civiltà occidentale. Lui è al centro di tutto questo”.

Ma la presenza del nome di Malloch nelle carte del Russiagate potrebbe trasformarsi in un ostacolo per Salvini perché si tratta di una persona sospettata di aver fatto da tramite fra la campagna elettorale di Trump e Wikileaks, che aveva ricevuto le mail dei democratici dalla Russia. Di certo, Malloch non può essere definito filorusso. E spiega: “L’ idea di Salvini di togliere le sanzioni a Mosca creerebbe problemi con gli Usa. Ci sarebbero divergenze su questo punto. Le sanzioni negli Usa le ha imposte il Congresso e la maggioranza non vuole toglierle”.

Teme che la Russia stia aiutando la Lega, con mezzi finanziari o altri strumenti? “Non possiedo elementi, ma se succedesse sarebbe un problema per gli Usa. C’è anche chi afferma però che è il governo Usa ad aiutare la Lega, senti queste voci un po’ ovunque… Se l’ Italia uscisse dall’Eurozona, la sua economia esploderebbe, tornando ai livelli dell’epoca precedente all’Euro. Se Salvini vincerà a maggio potrebbe spingere per uscire dall’Euro, lui è un euroscettico e l’unica questione sta nel come eseguire questa politica”.

 

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