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Salvini è già in marcia su Roma: il piano per affondare la Raggi

Nelle stesse ore in cui gli appassionati di serie tv seguono con fibrillazione il ritorno de Il Trono di Spade, anche Matteo Salvini sembra aver messo nel mirino uno scranno ben preciso, meno fantasioso e al momento occupato da una donna, Virginia Raggi. La Lega vuole Roma, confida nella vita non più lunghissima della giunta capitolina e sogna un clamoroso trionfo, nei prossimi mesi, in quella capitale dove un tempo nessuno si sarebbe nemmeno immaginato di fare il tifo per il Carroccio, quello della Padania e degli attacchi al centro-sud. 

I tempi sono però cambiati, Salvini ha ripulito il partito e ne ha allargato i confini a tutto lo Stivale. E ora sognare si può. La sfida è iniziata, con il vicepremier ad attaccare duramente la Raggi sul fronte rifiuti: “Non occorre uno scienziato per portare via la mondezza, svuotare i cestini, evitare i gabbiani stile avvoltoi. Io ho invitato la gente a votare la Raggi ma ora quando la gente mi vede dice fate presto”. Un affondo che in realtà è solo l’inizio di una strategia ben più complessa per screditare definitivamente il primo cittadino capitolino.Secondo il Messaggero, il piano è ben più articolato: “Rispunta la proposta della città-regione autonoma che vuol fare diventare Roma come il Veneto e la Lombardia ,che sgomitano per emanciparsi dallo Stato centrale con la controversa legge Spacca-Italia. Introducendo nel ‘club’ anche la capitale. Salvini ha parlato di ridisegnare i confini della città e ha rilanciato anche l’indipendenza di Ostia, che secondo lui dovrebbe essere scorporata da Roma”.Interpellata in merito, la Raggi ha sdrammatizzato (“Quando mi incontro o mi sento con il ministro si dimostra disponibile. Collaborare è anche nel suo interesse”). Ma la sensazione è quella di una assedio appena iniziato. La Lega punta a prendersi Roma, un sogno che Salvini coltiva da tempo. Vuole farlo appena finito il mandato del sindaco o, meglio ancora, se la sua avventura finisse in anticipo. Idea che alla Lega non dispiacerebbe affatto. Meglio, allora, spingere un po’ sull’acceleratore. 

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