Avanti più forte di tutto. Degli appelli lanciati dalla Cei per far sbarcare i migranti, delle proteste dei cittadini che chiedevano di far scendere le persone sulla nave Sea Watch da otto giorni. Matteo Salvini non ha voluto sentire niente e nessuno, rispondendo agli attacchi ricevuti con altre accuse, senza risparmiare nessuno. E rispolverando un vecchio cavallo di battaglia berlusconiano, la polemica con quei giudici “di sinistra” che approfittano della loro posizione per interferire nella vita politica del Paese.
“Noi non abbiamo mai negato alla giustizia un ministro o un parlamentare, quindi andiamo in linea” ha detto il pentastellato Gianluigi Paragone. Opinione opposta per quella Forza Italia che oggi sembra più vicina che mai alla Lega: “Noi siamo garantisti e continueremo ad esserlo in tutte le occasioni” ha detto Berlusconi, assicurando così il no di Forza Italia alla richiesta di processare il ministro dell’Interno.
Ecco, allora, che all’improvviso le distanze tra gli ex alleati, Salvini e Berlusconi, sembrano essersi di colpo azzerate. Dalle liti velenose degli scorsi mesi si è passati a una solidarietà incondizionata, una riscoperta di tratti in comune tra i quali proprio la lotta al mondo della giustizia “strumentalizzata” da chi dovrebbe esercitarla. Un tormentone ripetuto dal Cavaliere per anni, fino all’esaurimento. E ora improvvisamente parte dell’universo salviniano. Io sto con Salvini: Grillo si schiera con la Lega sull’immigrazione e spiazza tutti