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Sondaggi, gli italiani continuano a preferire Conte a Salvini. “Più affidabile”

I sondaggi, ormai diffusi ogni giorno a ogni ora, dimostrano ancora di più quanto il voto sia mobile e mutevole. Se la Lega continua a confermarsi il primo partito, quello che emerge – e che certifica l’assoluta confusione e unicità del momento politico italiano – è che tra Conte e Salvini, però, la maggior parte delle persone continua a stare dalla parte del premier. Ipsos ha realizzato per Dimartedì un sondaggio sul Mes. I risultati evidenziano che gli italiani stanno più dalla parte di Conte (41%) che di Salvini (24%). Il tema è particolarmente complesso e richiede competenze e capacità di analisi di certo non alla portata di tutti.

Non a caso, infatti, nonostante l’attitudine dei cittadini ad esprimersi su tutto e quella di molti leader politici a semplificare i concetti per ottenere consenso facendo leva su emozioni e paure, il 35% non si esprime al riguardo. Nello scontro in atto a nulla sembrano valere lo scambio di accuse, le contrastanti ricostruzioni delle tappe della vicenda, i toni molto accesi tra governo e opposizione e quelli all’interno della maggioranza. Infatti, di fronte a temi complessi e quando la confusione regna sovrana, l’opinione pubblica tende a dare ragione al leader politico di cui si fida maggiormente e, come abbiamo potuto osservare nel sondaggio pubblicato sabato scorso, oggi Conte è più gradito di Salvini.

Come riporta il Corriere, a ciò si aggiunge il rapporto con l’Unione europea: uno dei cambiamenti più significativi determinati dalla nuova maggioranza è rappresentato dalla ritrovata sintonia dell’Italia con l’Europa che si è tradotta in un aumento di fiducia nell’UE dal 37% di luglio al 42% odierno. È quindi probabile che, indipendentemente dal merito della questione MES, gli italiani siano preoccupati per un possibile ritorno ad un clima di tensione con i partner europei.

Torna a far capolino il principio di precauzione che induce i più a privilegiare una serena convivenza al muro contro muro. In politica le questioni complicate vanno maneggiate con molta cura: non sempre il richiamo agli interessi del paese, l’appello all’orgoglio nazionale o l’evocazione di conseguenze apocalittiche per le tasche dei cittadini risultano premianti. Le scorciatoie (anche quelle retoriche) talora portano fuori strada.

 

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