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Quirinale, Salvini depenna Casini e Draghi dalla rosa del centrodestra

Trattative sottobanco sempre più frenetiche a Montecitorio nel secondo giorno di votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica. L’esito del voto è scontato: nessuno verrà eletto per ora al Quirinale con la maggioranza assoluta delle preferenze. Bisognerà attendere almeno fino a giovedì, quando basterà la maggioranza semplice per decidere il nome della persona che prenderà il posto di Sergio Mattarella al Colle. Le quotazioni del premier Mario Draghi salgono e scendono vertiginosamente di ora in ora. A mandarle per il momento a picco ci pensa però Matteo Salvini. Il leader della Lega depenna anche il nome di Pierferdinando Casini dalla lista dei candidati del centrodestra.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 10-09-2021 Roma Convegno \”11 settembre, 20 anni dopo\” organizzato dall’ Unione interpalamentare Nella foto Matteo Salvini, Pier Ferdinando Casini

“Draghi sta a Chigi e lavora bene a Chigi. – replica telegrafico Matteo Salvini ai numerosi giornalisti che lo assediano – Frattini pare non vada bene a prescindere, io non lo conosco. Casini poi in una rosa di centrodestra non c’è”. Insomma, il leader della Lega in un sol colpo esclude dalla corsa al Quirinale non solo il premier Draghi, ma anche i due ‘nomi del momento’: quelli di Franco Frattini e di Pierferdinando Casini.

“I nomi che proporremo non penso abbiano nemmeno una tessera di partito in tasca. – spiega Salvini – Sto lavorando per arrivare a un sì, non dico no preventivi, mi auguro che nessuno dica che la cultura liberale e moderata non possa fare proposte. Noi non andiamo a proporre il Prodi di turno, vorremmo quindi quantomeno discuterne”, aggiunge.

“Sono persone di spessore. Lavoro perché la politica dia una prova di maturità. Sono assolutamente fiducioso. Sono ore impegnative. Ho sentito anche il presidente Draghi. Si parla di Quirinale ma ci sono le bollette, la crisi Ucraina-Russia. Se qualcuno chiude il rubinetto del gas, l’Italia rimane a piedi”, conclude Salvini che ribadisce in questo modo il suo no al trasferimento di del premier da Palazzo Chigi al Quirinale.

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