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Facebook, la miniera dell’odio: i social ormai guadagnano grazie alla rabbia degli utenti

Negli uffici del Viminale, quelli che dovrebbero a rigor di logica ospitarlo quotidianamente, Matteo Salvini non si vede da tempo. La piazza è il suo habitat naturale, sul palco ogni volta che un candidato leghista sta per affrontare una tornata elettorale. Ma soprattutto l’etere, dove il Carroccio si conferma leader di spese: oltre 75 mila euro soltanto a partire da marzo, come testimoniato dalle indagini svolte dal Sole 24 Ore. Una cifra monstre, che ne fa il numero per distacco tra i politici italiani.

Una cifra che serve a sponsorizzare i contenuti che ogni giorno raggiungono milioni di italiani direttamente sul telefonino. E che, in barba alle normative che Facebook sbandiera da tempo, servono a colpire direttamente la pancia dei potenziali elettori del futuro. Storie di immigrati e delinquenza, quasi sempre, accompagnate da toni indignati nei confronti, pensati appositamente per fomentare l’odio in chi legge. Prendiamo un esempio: tra i post più di successo tra quelli recentemente pubblicati dalla Lega ce n’è uno che riguarda un “venditore abusivo” di Roma che ha un diverbio con un vigile urbano, al quale a un certo punto “se non avessi questa divisa addosso…” lasciando intendere che sarebbe pronto a passare alle mani. Un contenuto che, dati di Facebook alla mano, è stato sponsorizzato per una cifra che oscilla tra i 100 e i 499 euro e che è arrivato soprattutto ai giovani (la maggior parte delle persone a cui è stato mostrato non supera i 35 anni) di certe regioni in particolare (soprattutto Campania, Lombardia, Lazio e Sicilia).Viene da chiedersi: e le politiche di Facebook per eliminare i contenuti che diffondono l’odio nell’etere? Come mai in questo caso la censura non si attiva? Si dirà che non c’è niente di sbagliato nel dare notizia di un simile episodio. Vero. Ma perché, allora, Salvini continua a ignorare reati e violenze commessi dai cittadini italiani per concentrarsi solo ed esclusivamente su chi è facilmente identificabile come “straniero”? Non si tratta di una forma di mistificazione della realtà? Zuckerberg, intanto, incassa felice i suoi soldi. Al rispetto delle normative social si penserà un domani, quando certi post frutteranno meno.

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