Roberto Saviano a processo per aver definito qualche anno fa Matteo Salvini e Giorgia Meloni dei “bastardi”. Lo scrittore napoletano si riferiva alle politiche sui migranti dei due leader di Lega e Fratelli d’Italia, inaccettabili secondo lui. Ma ora che i suoi due nemici giurati sono diventati rispettivamente vicepremier e premier del nuovo governo di centrodestra, Saviano non si tira certo indietro. Ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita, l’autore di Gomorra rivendica con orgoglio il linguaggio utilizzato. Presa di posizione che fa insorgere Salvini che minaccia querele via social.
“Compagno Saviano, altro insulto, altra querela!”. È questo il breve post con cui il leader leghista pubblica un’immagine di Saviano sormontata da questa scritta: “Saviano choc in tv: ‘Giusto dire bastardi a Salvini e Meloni’”. Insomma, Salvini non accetta assolutamente di essere bollato in quel modo dallo scrittore. E così annuncia via social una nuova azione legale contro di lui.
Ma cosa aveva detto poco prima Roberto Saviano da scatenare una reazione così scomposta di quello che è anche ministro delle Infrastrutture? “Io quel linguaggio, quel bastardi lo rivendico. Non potevo stare zitto. Contestavo il potere politico”, queste le sue parole pronunciate nello studio di Piazzapulita di fronte a Formigli. Insomma, secondo lui il termine “bastardi” non rappresenterebbe affatto un insulto, ma solamente un “vocabolo di resistenza”.
“Non ci sono più spazi per resistere. – ha proseguito poi il suo intervento – Ci sono i social dove le fesserie che dicono vengono propagandate senza freni”, ha attaccato riferito proprio a Salvini e Meloni. “Continuano ad attaccare le Ong che portano in Italia una minima parte degli immigrati che arrivano. Io ho usato quella espressione solo per contestare il potere. Non era riferita alle due persone in merito ma al ruolo politico che ricoprivano. Rispetto ai governi Berlusconi c’è poca resistenza”, ha concluso Saviano.
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