Vai al contenuto

Salvini chiude il caso Giorgetti: “Non c’è mai stata guerra”

Matteo Salvini fa pace con Giancarlo Giorgetti. Anzi no, nessuna pace tra il segretario della Lega e il ministro draghiano ribelle, visto che tra loro una guerra non ci sarebbe mai stata. Ad assicurarlo è lo stesso Salvini, accerchiato dai giornalisti all’ingresso dell’assemblea di Federmanager, che si tiene a Roma, all’Auditorium di via della Conciliazione. Eppure è ancora fresco il ricordo dei contrasti a distanza con il ministro dello Sviluppo economico su temi come l’appoggio incondizionato al governo Draghi, quello al candidato sindaco di centrodestra a Roma e la posizione della Lega nel Parlamento europeo.

Salvini e Giorgetti

Al giornalista che, all’ingresso dell’Auditorium, gli domanda se sia in corso una tregua tra lui e Giorgetti, il leader della Lega replica senza esitazione. “Non c’è mai stata guerra. – rassicura tutti Salvini – Stiamo lavorando ad esempio sul tema dello sviluppo economico. Infrastrutture, Ilva, acciaio, energia, transizione ecologica, Dazn. – aggiunge sorridendo – E quindi stiamo lavorando gomito a gomito”, conclude. Insomma, nella Lega tutti starebbero procedendo d’amore e d’accordo.

Una versione dei fatti, quella del rassicurante Salvini versione romana, che però non convince diversi addetti ai lavori. Nessuno ha dimenticato infatti che, circa un mese fa, nel pieno della campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Roma, Giorgetti avesse pubblicamente espresso la sua preferenza per il leader di Azione, Carlo Calenda, piuttosto che per il candidato di bandiera del centrodestra, Enrico Michetti. La successiva debacle di Michetti non ha certo contribuito a rasserenare gli animi all’interno della Lega.

MATTEO SALVINI, GIANCARLO GIORGETTI

Per non parlare della critica aperta di Giorgetti all’indecisione con cui il suo leader starebbe affrontando la questione della scelta della collocazione europea del Carroccio. Con la destra populista di Orban, come vorrebbe Salvini, o con il Partito popolare europeo, come aspirerebbe il ministro. Fatto sta che, almeno per il momento, le polemiche nella Lega vengono messe sotto al tappeto.