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Salvini, Meloni e i migranti che avrebbero rovinato il Natale degli italiani

L’avvicinarsi del Natale dovrebbe rendere tutti più buoni, stando a certi modi di dire, ma evidentemente gli effetti benefici delle festività non sono arrivati dalle parti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che continuano a sollevare feroci polemiche contro il governo. Sfruttando un po’ di quella ormai abituale propaganda che li vede mischiare argomenti diversi in un unico calderone ribollente rabbia pur di offrire uno sfogo ai loro sostenitori. E così, ecco che alle misure restrittive del nuovo Dpcm è stato associato il tema dell’immigrazione, all’insegna dello slogan “porti aperti, imprese chiuse”.

I leader dell’opposizione, parlando ai microfoni dei giornalisti, non hanno contestato le regole di contenimento del virus di per sé, ma il fatto che, oltre a queste in questi giorni, il Parlamento si sia occupato anche dei decreti immigrazione, varati per sostituire quelli Sicurezza voluti dal segretario del Carroccio quando era ministro dell’Interno. “In un giorno in cui ci sono quasi mille morti di Covid, la maggioranza parla di cancellare i decreti Salvini e riaprire i porti ai clandestini” ha tuonato Salvini. Come se ci fosse una stretta correlazione tra i migranti e le norme anti-contagio.Neanche una settimana dopo il voto a favore dello scostamento di bilancio, ecco dunque che l’opposizione sembra già aver smarrito quel briciolo di senso di responsabilità del quale si era vantata. “Il governo chiude gli italiani nei Comuni, mentre apre i porti ai clandestini”. I migranti continuano a essere in questo senso il perfetto capro espiatorio contro il quale indirizzare la rabbia dei cittadini, ovviamente provati da mesi di restrizioni e alle prese con un Natale diverso, sicuramente più freddo rispetto al passato. La preda perfetta per le mire di Salvini e Meloni.Pensare che soltanto pochi mesi fa i migranti erano, agli occhi di Salvini e Meloni, la vera emergenza, quella di cui il governo non si occupava. Oggi, i due organizzano flash mob in cui chiedono le dimissioni di Conte proprio perché si occupa dell’immigrazione. La coerenza, questa sconosciuta. Qualcuno potrebbe spiegare tra l’altro al leader della Lega che proprio la sua gestione dei flussi migratori, cancellando la protezione umanitaria e il sistema Sprar sui territori, ha finito per favorire lo scoppio di focolai di Covid-19 durante l’estate, visto che a ospitare chi sbarcava erano rimaste solo strutture al tracollo. Questo, però, al Carroccio non conviene certo dirlo.

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