Prima Massimiliano Romeo, poi Riccardo Molinari. La Lega all’attacco del capo della Polizia Franco Gabrielli, diventato improvvisamente un nemico e messo nel mirino per il caso Sacchi, il ragazzo ucciso a Roma di fronte alla fidanzata: “Da un capo della Polizia ci si aspetta silenzio e rispetto, perché è indegno accostare Luca Sacchi all’idea di un drogato. Più che mettere bavagli social ai propri uomini, Gabrielli si dovrebbe preoccupare di tutelarli e farli lavorare in condizioni decenti. Restiamo in attesa di qualche parola del ministro dell’Interno, che invece preferisce invitare al Viminale le ong”.
Un passaggio non banale, segno di un clima decisamente mutato da parte delle forze dell’ordine nei confronti. In passato, infatti, lo stesso Gabrielli aveva risposto in maniera ben diversa a un quesito sullo stesso argomento: “Questa della divisa mi sembra davvero una polemica pretestuosa – diceva nel maggio 2019 al Corriere della Sera – Lei crede davvero che il ministro abbia bisogno di indossarla per dimostrare a tutti di essere l’autorità politica nazionale di pubblica sicurezza? Lo è per legge, non per come si veste”.
Tanti i motivi dietro il dietrofront di entrambe le fazioni, con la Lega e il capo della polizia ora quasi sul piede di guerra. A partire dalla mancata sistemazione degli agenti precari, promessa mai mantenuta dal Carroccio ai tempi del governo, fino al caso Cucchi: l’ex segretario Sap Gianni Tonelli, oggi deputato leghista, è stato guarda caso condannato per diffamazione nei confronti di Ilaria Cucchi.Roma, la città della droga dove i minorenni spacciano alla luce del sole