Vai al contenuto

Adesso basta: Salvini pronto a staccare la spina al governo, la rabbia di una Lega umiliata dai Cinque Stelle

Gialli contro verdi, ex alleati che preparano la resa dei conti continuando a rimandare la data ma sicuri che, alla fine, il momento arriverà. Un processo che, come un treno in corsa, sembra ormai inarrestabile, soprattutto dopo gli ultimi sviluppi politici. A partire dalla sconfitta di Salvini sul fronte condono, un no che brucia ancora soprattutto nella parte più intransigente del Carroccio, quella da sempre più diffidente verso il Movimento. E proseguendo con delle elezioni, le prossime europee, che potrebbero tracciare un solco. Dopo quel momento, si può ragionare su un’eventuale caduta del governo.

Pesa in questo gioco della parti che affascina sempre più Salvini il ruolo di un contratto di governo al quale i Cinque Stelle continuano ad aggrapparsi per difendere le loro ragioni, su ogni singolo motivo del contendere. E che inizia ad andare stretto ai verdi. E pesano i sondaggi che dicono chiaramente: la Lega è il primo partito d’Italia, può vincere insieme ai grillini ma può vincere anche insieme al centrodestra. Stando a quanto scrive il Giornale, le accuse tra leghisti e pentastellati sul fronte termovalorizzatori in Campania non sarebbero un caso.La regione è infatti quella che ha dato i natali a Di Maio, molto legato al suo territorio. E che infatti ha visto il leader del Movimento dirsi subito molto seccato per quello che considera una sorta di “sconfinamento” da parte del collega vicepremier, al quale aveva risposto senza troppi giri di parole “Un altro inceneritore? Non serve a una ceppa”. Una vendetta di Salvini, che si sente accerchiato sul fronte giustizia e che cerca di spostare altrove l’attenzione, senza risparmiare qualche affondo.Il Capitano del Carroccio teme infatti che, dopo i successi dei primi mesi quando immigrazione e sicurezza erano le parole all’ordine del giorno, le sue preferenze possano iniziare a declinare con lo spostamento del focus altrove, in particolare su quella riforma della giustizia che è terreno molto più agevole per il Movimento e assai più insidioso per la Lega. Possibile che, prima che la situazione sfugga troppo di mano, si decida a staccare la spina.

Avanti Savona, indietro Savona: il ministro “anti Ue” si arrende, l’Europa adesso fa paura anche alla Lega