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Salvini e i dubbi sul reddito di cittadinanza: “Con i furbetti…”

A Salvini il reddito di cittadinanza di Di Maio non è mai piaciuto, lo ha fatto capire in tutti i modi, fin dall’inizio. Adesso, però, gli tocca fare la parte e lo commenta a modo suo, ben felice che con i “ritocchini” voluti dalla Ue del reddito di cittadinanza (così come Giggino lo aveva promesso in campagna elettorale) c’è rimasto ben poco: spiccioli, bruscolini praticamente. E Salvini allora torna sul punto a lui caro, quello di un’Italia in cui in molti usufruiranno di questo reddito pur continuando a lavorare in nero. O quelli che hanno proprietà magari a nome di altri e percepiranno comunque la mancetta dei 5Stelle.

Sì, perché per sbrigarsi a farlo, per far vedere agli elettori che qualcosa comunque sarebbero riusciti a portarla a casa, hanno fatto partire una misura totalmente incompleta. Mancano i centri per l’impiego strutturati per supportare il reddito e soprattutto manca il sistema di controllo per capire chi deve prenderlo e come e quanto. Ad oggi, non lo sanno nemmeno loro. Però, almeno, così Giggino ha potuto scrivere “fatto” sulla sua lista magica

“I furbi non vedranno un euro”, promette Matteo Salvini parlando del reddito di cittadinanza. A chi gli ha chiesto come il governo intenda impedire di usufruire del reddito a chi non ne ha diritto, ha spiegato che “stiamo incrociando tutte le banche dati, stiamo incrociando i redditi, ovviamente se uno ha due o tre case, o due o tre macchinoni, non vedrà un centesimo di euro. Vogliamo davvero aiutare gli ultimi, i dimenticati, quelli che il lavoro non lo cercano neanche più, a venti o a cinquant’anni”, ha proseguito.

“Chi ha un ricco conto in banca e pensa di fare il furbo, aggiungendo euro a euro, non ne vedrà uno”. Quando gli è stato chiesto di commentare le parole del suo collega Luigi Di Maio che aveva fatto cenno a una “contrattazione lunga con le Regioni” sul tema delle autonomie ha risposto: “Ci siamo dati dei tempi”.

“Entro metà gennaio la decisione finale dei ministri, entro metà febbraio la proposta finale del governo alle Regioni che hanno chiesto l’autonomia”. Salvini ha aggiunto che nella richiesta di autonomia “altre Regioni si stanno aggiungendo, sia a sud, sia a nord”.“Credo quindi sia un passaggio storico, perché i soldi più vicini sono spesi dagli stessi cittadini, meno si ruba, meno si spreca e meno si spende. Credo quindi sia una delle altre promesse che manterremo entro la primavera anche in questo caso”.

 

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