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Salvini cala l’asso: ecco l’arma segreta nella lotta ai clandestini

C’è una svolta che non ti aspetti sul tema migranti, e se a primo impatto potrebbe sembrare un rinsavimento da parte di Salvini, in seconda battuta va analizzata a fondo la questione per capire cosa c’è dietro. Da Lione, dove si è svolto il vertice del “G6” (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Polonia, più Marocco) sul terrorismo internazionale – il ministro dell’Interno Matteo Salvini è tornato sul nodo dei flussi migratori e ha annunciato di voler “riaprire corridoi umanitari che possano portare in Italia in aereo, non sui barconi, decine di donne e bambini in fuga dalla guerra”.

E ha aggiunto: “Sto lavorando con alcune comunità cattoliche e conto di accogliere a Fiumicino, già in questo mese di ottobre, persone che meritano di essere aiutate”. Il riferimento è a una cosiddetta “evacuazione umanitaria” di 75-100 richiedenti asilo (fra cui numerose donne, vittime di abusi, e bambini) fatti uscire dai centri di detenzione libici, in collaborazione con i funzionari dell’Acnur. Potrebbero arrivare nei prossimi giorni, a spese dello Stato, ed essere affidati all’accoglienza di comunità cattoliche. Salvini dovrebbe iniziare dalla Nigeria e poi proseguire con la Libia. Il tutto in parallelo alla chiusura dei porti.

Nel dicembre 2017 e a febbraio, sono avvenute altre due “evacuazioni umanitarie” (in collaborazione con Cei e Caritas) di circa 300 persone. I “corridoi umanitari”, aperti grazie all’iniziativa e ai fondi di Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese e Federazione Comunità evangeliche italiane e della Cei – ha portato finora sul suolo europeo circa 1.600 profughi da Siria e Corno d’Africa.

E un altro migliaio dovrebbe arrivare in futuro, in base a accordi firmati dal governo Gentiloni. Salvini poi precisa: “I migranti economici non possono essere accolti condividendo la posizione italiana. In Europa si arriva seguendo le regole”. Poi torna a fare la parte del buono e annuncia l’imminente arrivo in Italia di un numero imprecisati di profughi attraverso i corridoi umanitari.

Di più il ministro non si sbilancia, ma gli unici che da tre anni in Italia organizzano corridoi umanitari dal Libano (che quindi non vanno “riaperti” come dice Salvini) sono la comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche e i valdesi, che negano di essere mai state contattati dal Viminale. A questa esperienza – che ha permesso l’arrivo in Italia di 1.000 persone nel primo biennio – se ne è aggiunta un’altra organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Cei per portare in Italia profughi dall’Etiopia.

Più probabile, quindi, che il corridoio umanitario di cui parla Salvini sia un’evacuazione dalla Libia come quella messa in atto a dicembre del 2017 dall’allora ministro Minniti insieme alla Cei e all’Unhcr, e che permise l’arrivo a Fiumicino di 162 profughi.

 

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