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Lo scoop: Salvini-Savoini, missione in Marocco e un “mistero” da 150mila euro

Il Fatto Quotidiano lancia un’altra bomba che riguarda Salvini e il suo fido Savoini. Da quanto si apprende, prima della Russia c’è stato il Marocco. Gianluca Savoini, l’ex portavoce di Matteo Salvini e presidente dell’associazione Lombardia-Russia, potrebbe essere al centro di un altro caso di corruzione internazionale. A riportare la storia è Il Fatto Quotidiano: 150mila euro consegnati a Savoini da Mohamed Khabbachi, ex direttore generale dell’agenzia di stampa Mep e uomo del re Mohammed IV per le attività di lobbiyng in Europa.

Siamo a Parigi, nella primavera del 2016. Savoini avrebbe ricevuto la somma di denaro da Khabacci nella sala dell’hotel Le Meridien Etoile, a poche centinaia di metri dall’ambasciata del Marocco.

Una sorta di premio per aver fornito alle autorità marocchine una lista di aziende italiane da segnalare per futuri appalti nel Paese nordafricano. Sia Savoini che Khabacci non confermano la vicenda. L’incontro di Parigi sarebbe stato il “seguito” di un viaggio di Savoini e Salvini in Marocco nel 2015, quando l’allora segretario della Lega incontra una delegazione di ministri marocchini per poi dirsi “entusiasta del Marocco, una terra in cui investire”.

E la consegna di denaro a Savoini ha anche un risvolto cinematografico, con la somma di denaro avvolta in fogli di giornale che cade – e poi viene raccolta – in un bagno turco. Il premio nascosto nella giacca, nei pantaloni e nelle scarpe. Dal fondo della turca, quindi, la parte di Savoini finirà nella cassetta di sicurezza di una banca.

L’incontro all’hotel viene organizzato per definire una lista di aziende italiane da segnalare per appalti in Marocco. Ad aprire la scena c’è una missione leghista nell’ottobre 2015: con Salvini c’è Savoini. A parlarne è Claudio Giordanengo, organizzatore del tour nonché dentista di Paesana (Cuneo) che si presentava come “responsabile esteri della Lega” e a marzo si è candidato a Saluzzo.

Nella delegazione ci sono anche due figure esterne al partito. Sono Massimo Gerbi, figlio dell’ex patron del Torino calcio Mario Gerbi, e Kamal Raihane, ex agente di leve calcistiche del Maghreb che in quel periodo faceva sfoggio di foto con Salvini e rivendicava: “Gli ho organizzato l’incontro con alcuni esponenti del mondo politico marocchino. S’è parlato di politica e non solo. Un incontro costruttivo”. Da fine 2017 Raihane è titolare di Eurafricasrl, una società di Torino da 10mila euro di capitale sociale, che si occupa di procacciamento di affari.

 

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