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Salvini via dal Viminale? Tutti quelli del suo staff che non dobbiamo più pagare

Salvini ha lasciato il ministero dell’Interno, e con lui la sua squadra della comunicazione. È giusto definirla squadra, perché effettivamente costava agli italiani come il mantenimento di una squadra di calcio. E ora tutti si chiedono: se non è più il Viminale (quindi noi cittadini) a pagare tutto lo staff, come farà adesso Salvini? Lo staff che Salvini si era portato al Viminale costava ai contribuenti all’incirca mille euro al giorno.

Nelle varie posizioni trovavamo i consiglieri del ministro Luca Morisi e Andrea Paganella, soci della Sistema Srl che si occupano della comunicazione di Salvini e che sono stati assunti con l’incarico di Consigliere strategico per la comunicazione e Capo della Segreteria e della Segreteria particolare di Salvini. Il compenso annuo di Morisi era di 65mila euro, quello di Paganella di poco più di 85mila euro l’anno.

A Morisi e Paganella rimane però il contratto da 170mila euro che la Sistema Intranet Srl ha stipulato con il Carroccio. Aiuteranno i famosi 49 milioni a coprire le spese? Nella segreteria di Salvini al Viminale lavoravano anche Cristina Pascale (30.000 euro) e Giuseppe Benevento (41.600 euro) e il deputato leghista Luigi Carlo Maria Peruzzotti (41.600 euro). Dal gennaio nell’organico era entrato anche Andrea Pasini (41mila euro).

C’è poi lo staff dell’ufficio stampa e della comunicazione. Gente che in questi 14 mesi ha prodotto i pregevoli contenuti social (come gli attacchi ai migranti, ai minorenni, alle studentesse etc, etc, etc.) del sedicente Capitano, amministrando il gruppo Facebook Matteo Salvini Leader (gestito direttamente dallo staff salviniano) e creando i contenuti della propaganda ministeriale.

A capo dell’ufficio stampa c’era Matteo Pandini (che ha anche curato una biografia di Salvini) con un compenso lordo annuo pari a 90mila euro, c’erano poi il figlio del Presidente della RAI Leonardo Foa, Fabio Fisconti, Andrea Zanelli e Daniele Bertana che percepivano un compenso annuo pari a 41.600 euro.

Anche i collaboratori di Salvini a Palazzo Chigi si trovano a dover lasciare l’incarico. L’ex sindaco di Cascina Susanna Ceccardi (65mila euro annui); Iva Garibaldi (120 mila euro l’anno); Lorenzo Bernasconi (100mila euro); Claudio D’Amico (balzato all’onore delle cronache per aver chiesto di far partecipare Gianluca Savoini alla cena di Stato in onore di Vladimir Putin). Fate la somma e ora chiediamoci insieme: ora i conti chi li paga? Ma soprattutto: vi siete resi conto a cosa sono serviti i vostri soldi in questi 14 mesi?

 

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