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Sardex e i circuiti di pagamento alternativi

Qualche anno fa il CEO di Google chiedeva ai giovani startupper: “La tua idea cambierà il mondo?”, perché solo le idee davvero rivoluzionarie sono in grado di diventare globali e scalare, come si dice in gergo.
Sardex è una di queste: un circuito economico alternativo nato in Sardegna nel 2010 che oggi ha dato vita a molti altri circuiti gemelli nel resto d’Italia, un modello economico che si basa sulla fiducia e su una dinamica “generativa” degli affari che porta con sé numerose conseguenze positive per chi vi aderisce.

Come funziona Sardex?

Ci si iscrive versando una quota una tantum e una quota annuale proporzionata alle capacità aziendali, per entrare a tutti gli effetti nel circuito ed iniziare a vendere e comprare beni o servizi. I pagamenti non avvengono con moneta corrente ma con il Sardex, la moneta interna al circuito. Fornendo servizi si acquisiscono crediti che possono essere spesi all’interno del circuito, che oggi solo in Sardegna conta più di 3000 imprese con un volume di transazioni pari a 5.000.000 di euro mensili, una cifra enorme.
Chi fa parte del circuito B2B può usufruire inoltre di servizi aggiuntivi come il brokering e il networking continuo, ma la piattaforma si sta ampliando ulteriormente fornendo servizi anche di tipo B2C e B2E, dedicati cioè ai consumatori finali e alla forza lavoro delle imprese aderenti.
Sardex è stata insignita di prestigiosi riconoscimenti in ogni parte del mondo come una delle migliori imprese innovative in ambito fintech: rappresenta infatti un modello economico e finanziario basato sul concetto di economia circolare, di peer-to-peer e di crowdfunding come fonti di autofinanziamento per sostenersi e crescere.
Se volete saperne di più visitate il sito web ufficiale Sardex: qui troverete anche informazioni sul circuito di credito commerciale sul modello Sardex attivo nella vostra regione.