Vai al contenuto

Studentessa torna dalla Cina e non le fanno il test: “Mi metto in quarantena volontaria”

La paura coronavirus arriva anche nella cittadina di Saronno. E ha colpito soprattutto una studentessa: “È stata in Cina per motivi di studio diversi mesi e quando ad inizio febbraio è rientrata ha chiesto di essere sottoposta ad un tampone per verificare di non essere stata contagiata dal Coronavirus ma all’ospedale Sacco non hanno ritenuto necessario sottoporla al controllo”. Lo si apprende dal quotidiano ilsaronno.it, che spiega: “È iniziata così l’odissea di una studentessa saronnese che racconta non solo le difficoltà incontrate sul fronte medico dalla ragazza ma anche e soprattutto il grande senso civico e di responsabilità dimostrato dalla famiglia e dalla giovane”.

Dal resoconto il giornale omette volutamente tutti i dati relativi al periodo di studio, alla scuola e all’identità della ragazza per non esporla ad ulteriori problemi. “Appena è scesa dall’aereo a Malpensa – continua la mamma della giovane – l’abbiamo portata all’ospedale milanese ma per lei niente tampone. Ci hanno spiegato sbrigativamente che non essendo il volo diretto dalla Cina non era necessario. Ed anzi l’hanno invitata a togliersi subito la mascherina per evitare di far preoccupare i pazienti”.

La famiglia della ragazza di Saronno comunque ha preferito, anche per tutelare la giovane dalla preoccupazione di compagni di classe e famiglie, farle fare la quarantena preventiva. Per due settimane è rimasta a casa senza andare a lezione. Fortunatamente è in perfetta salute e non ha avuto nessun sintomo. “In realtà abbiamo avuto anche problemi per recuperare il certificato di buona salute per poterla far tornare a scuola”.

E concludono: “Abbiamo deciso di rendere nota la nostra disavventura – spiega la famiglia – alla luce delle nuove ordinanze anticontagio e per rimarcare come nel nostro caso si sia scelto non sottoporre ad un controllo una persona che arrivava dalla Cina se pur non dalla zona di Wuhan”.

 

Ti potrebbe interessare anche: Coronavirus, l’appello dei pediatri: “Non portate i bambini nei centri commerciali”