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Saviano: “In mare non diminuiscono i morti, ma i testimoni”

Un libro per raccontare il vero dramma delle morti in mare. Per attaccare una linea, quella sbandierata dal governo, che cozza con una realtà ben diversa. E spiegare cosa avviene davvero a pochi metri dalle nostre coste. Roberto Saviano è stato ospite di Che Tempo che Fa per presentare “In mare non esistono taxi”. Spiegando: “Non è vero che nessuno sta morendo in mare. Mancano i testimoni: le ong, la Guardia costiera. Stanno diminuendo i testimoni, non le partenze”.

“Innanzitutto i migranti vengono sequestrati dalla guardia costiera libica – ha spiegato Saviano – Sequestrati, non salvati. Vengono presi e portati nei campi di concentramento libici. Nel libro abbiamo voluto mostrare anche queste fotografie. Il migrante, una volta che viene salvato per finta e in realtà sequestrato viene rinchiuso in questi campi dove deve pagare per non essere schiavizzato”.

“Quelli che partono e continuano a partire – prosegue Saviano – muoiono in molti casi. La percentuale è spaventosa. Oggi muore il 12 per cento. Nel 2017 il 2 per cento. Non è vero che muoiono meno persone o che ne partono meno. Il fatto che le navi-ambulanza spingano le persone a partire è altrettanto falsa”.Saviano ha poi mostrato la foto di una bambina siriana: “Si è salvata perché si è aggrappata a un cadavere che galleggiava. Testimoniare tutto questo significa poter dire: non si può che rispettare le persone che intervengono in queste situazioni”.

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