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Saviano: “Italiani e migranti sono dalla stessa parte, hanno lo stesso destino”

Roberto Saviano ha regalato un momento di alta televisione e alta emozione con un monologo nella puntata di ieri sera di “Che tempo che fa” su RaiUno, ospite di Fabio Fazio. Lo scrittore ha parlato di razzismo e ha criticato apertamente il ministro dell’interno Matteo Salvini. Ha cominciato il suo intervento facendo un elenco di alcuni recenti casi di discriminazione, soffermandosi su quello del ragazzo senegalese Bakary. Poi ha letto la risposta di Matteo Salvini, che ha detto: “Io rispetto il dolore di una mamma, abbraccio suo figlio e condanno ogni forma di razzismo. E la signora rispetti la richiesta di sicurezza e legalità che arriva dal popolo italiano”.

Saviano ha commentato: “La dichiarazione del ministro coglie l’occasione di ribadire che gli italiani sono esasperati dalla presenza di immigrati, cosa che con il caso di Bakari non c’entra nulla”. Saviano ha continuato leggendo dei dati Istat da cui emerge che solo l’8,7% della popolazione italiana è costituita da immigrati, inclusi quelli provenienti dall’UE. Gli irregolari sono circa 533mila in un Paese di oltre 60 milioni di italiani.

Saviano dunque ha sottolineato che “l’invasione non c’è” e poi ha sottolineato come quelli che arrivano, spesso vengono usati come schiavi nelle campagne: “Questo dipende dalla mala gestione dell’immigrazione. Se ascoltate i discorsi politici sugli immigrati sfruttati nelle campagne, sembra che il problema non sia lo sfruttamento, ma il lavoratore africano stesso, come se lui fosse responsabile del suo stesso sfruttamento”. Ha poi evidenziato come molti di loro siano in quelle condizioni a causa dei tempi lunghi della burocrazia italiana, altri hanno il permesso di soggiorno, ma si ritrovano nei ghetti perché non guadagnano abbastanza per potersi permettere di pagare un affitto.

“I ghetti si fermano fermando lo sfruttamento”. Saviano ha ammesso che nei ghetti ci sono droga e prostituzione e ha spiegato perché: “Dove c’è il vuoto lasciato dallo Stato, viene riempito dal crimine”. Poi ha ricordato quanto fatto da Mimmo Lucano, che è riuscito a portare avanti un progetto di integrazione, ma che ora si trova agli arresti domiciliari, lontano da Riace e si è soffermato sui casi di immigrati morti nei ghetti a causa delle fiamme, perché l’alternativa è morire di freddo o morire nel fuoco.

“Costringere i lavoratori a stare nei ghetti è peggio per tutti, anche per gli italiani. Se ora do la colpa agli immigrati perché raccolgono i pomodori per pochi soldi, poi si darà la colpa all’anziano perché è invecchiato e così via”. E ha aggiunto: “Prima i diritti, perché senza i diritti non avrai nulla da dare agli italiani”. Saviano ha detto anche che è inutile chiudere i porti, perché vengono rimandati nelle carceri libiche, dove vengono torturati: “Per la guardia costiera libica i migranti sono dei bancomat. E non guadagnano solo da loro, ma anche dai governi europei, che mandano loro dei soldi”.

Lo scrittore ha attaccato la politica della chiusura dei porti: “Le migliaia di persone che scappano dalla guerra non le fermi rimandando indietro i barconi o trasformando i trafficanti in guardia costiera”. Saviano ha parlato delle materie prime che provengono dall’Africa e ha detto: “Gli italiani e i migranti sono dalla stessa parte, con lo stesso destino e quando vengono violati i loro diritti, vuol dire che presto saranno violati anche i nostri”.

Per concludere Saviano ha detto: “La potenza dell’universalità del diritto è stata raccontata da Matteo, Matteo-Matteo l’evangelista. Io non sono credente, ma trovo che questo passo sia importante”. E ha letto un passo del Vangelo di Matteo: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”.

“Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

 

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