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Saviano non cambia idea su Salvini e Meloni: “Bastardi non è un insulto”

Roberto Saviano non si pente del suo giudizio durissimo su Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Lo scrittore napoletano è stato da poco rinviato a giudizio per aver definito “bastardi” i leader di Lega e Fratelli d’Italia sulla questione migranti. Ospite di Giovanni Floris a Dimartedì, l’autore di Gomorra torna sulla vicenda dichiarando di non ritenere un insulto quell’epiteto. Il suo è stato un giustificato momento di rabbia di fronte alle immagini di una mamma migrante che perde il suo bambino in mare.

Roberto Saviano a Dimartedì

“Però anche lei insulta. Lei ha detto alla Meloni e a Salvini, durante la trasmissione Piazzapulita di Corrado Formigli, bastardi. Che messaggio politico è?”, lo punzecchia Floris. “Premesso che non lo ritengo un insulto, ma una feroce critica politica. Provo velocemente a raccontare che cosa era successo. Avevo visto il video di una madre che perde il bambino mentre sta salendo su una barca e la stanno salvando da un naufragio. Come è possibile di fronte a questo dire, come diceva la Meloni, di affondare le navi pirata? Erano ambulanze del mare”, si chiede polemicamente Saviano.

“Come è possibile continuare a mentire sistematicamente sui migranti, facendoli passare per invasori e terroristi? – prosegue nel suo sfogo Roberto Saviano – Il mio impeto, che è nato certamente da un’insopportabilità, vuole confermare questo. Cioè io non mollo. Questo tipo di argomentazione, la loro, che precede la politica perché non è la gestione dell’immigrazione. È la gestione del mare laddove devono essere salvate le vite”.

“Ma hai sbagliato termine? Anche solo per non invelenire ulteriormente il clima. Oppure perché dopo si è parlato solo della tua parola e non di quello che hai detto ora”, prova a metterlo in difficoltà il conduttore di Dimartedì. “Capisco. Ma io volevo scientemente provare a trovare una parola forte e scandalosa per impedire il dibattito. Cioè, su questo non si dibatte. Non si può dibattere sulle Ong taxi del mare”, tiene però il punto Saviano.

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