Matteo Salvini ha scelto una linea precisa, quella della negazione a oltranza. Sostenendo di non essere informato della presenza di Savoini, l’uomo accusato di aver portato avanti le trattative tra la Lega e il Cremlino, in quel di Mosca. E di non sapere, in ogni caso, perché quella persona si trovasse lì. Una tesi che continua a non convincere nessuno e che viene smentita, col passare delle ore, da una serie ormai lunghissima di retroscena.
Per il quotidiano un altro tassello del “Russiagate” che sembra smentire la linea sposata dal vicepremier e ministro degli Interni, il quale più volte incalzato sulla questione ha sempre risposto che “Savoini non è stato invitato dal Ministero dell’Interno” agli incontri con le delegazioni russe. Il 17 ottobre, per esempio, mentre Salvini tornava a Mosca per partecipare all’assemblea di Confindustria Russia, Savoini precisava in chat: “Non ci sarà nessun altro incontro, si riparte dopo il meeting”.
Insomma, Savoini sembrava essere il custode dell’agenda di Salvini, informato di tutti i suoi spostamenti che poneva all’attenzione di tutti i partecipanti alle spedizioni in Russia. Difficile immaginare che il vicepremier non sapesse nulla della sua presenza il giorno in cui, stando agli audio di BuzzFeed, avvenne il famoso incontro con gli esponenti del Cremlino. Difficile credere che il Capitano non fosse a conoscenza del suo ruolo. Una tesi, quella del Carroccio, che sembra fare sempre più acqua.La Lega ora tace su Moscopoli: Salvini impone ai suoi il silenzio totale