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“Scorte quasi esaurite”. Gli ospedali lanciano l’allarme per il farmaco anti-Covid

Adesso gli ospedali ora lanciano l’allarme per le scarse scorte del farmaco anti-Covid. In Europa scarseggiano infatti le dosi di remdesivir, l’unico farmaco antivirale efficace (in parte) contro il coronavirus. Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, spiega: “L’abbisogno supera la disponibilità. Il rischio di carenza è forte. L’aumento della domanda rischia di portare all’esaurimento delle scorte nel fine settimana”. Come racconta oggi Elena Dusi su Repubblica, nel nostro paese 100 pazienti al giorno ricevono il farmaco. Nel frattempo del medicinale, i paesi in difficoltà come l’Italia, stanno chiedendo prestiti a quelli con più scorte.
Sempre su Repubblica, in un’intervista, Francesco Menichetti, primario di Pisa, spiega: “Tiriamo avanti con le dosi avanzate. Chiederemo aiuto all’India. Stiamo utilizzando anche le dosi avanzate dalla sperimentazione dei mesi scorsi, ma non potremo andare avanti a lungo. L’Aifa ha organizzato una scorta nazionale, distribuita tra le Regioni. Quando abbiamo bisogno presentiamo all’Aifa una richiesta nominale per ciascun paziente”. È questa, dunque, la situazione sul farmaco che combatte il Covid. “Abbiamo ancora diverse confezioni avanzate dalla sperimentazione, ma non so quanto dureranno. So che all’Italia sono state promesse nuove fiale entro il 20 ottobre. Spero si faccia presto”, conclude Francesco Menichetti. E in questi giorni è sorto un altro problema: quello delle lunghe attese per i tamponi. Code fino a 12 ore, da Nord a Sud, per sottoporsi al tampone Covid nelle strutture drive-in d’Italia. Molti sono in macchina con il figlio cui il pediatra ha prescritto il tampone. “Noi siamo qui dalle 8.30, sono passate 12 ore e ancora abbiamo 15 persone davanti – racconta Marco all’Ansa -. In classe di Lorenzo c’è una compagna positiva, la cui ultima presenza è il 29 settembre, quindi tutta la classe è in quarantena”. In questi casi, si devono sottoporre ai tamponi tutti i contatti diretti. “In pratica devono fare tutti il tampone, studenti e insegnanti – spiega il padre -. Se poi Lollo risultasse positivo al Covid, toccherebbe anche a genitori e fratelli”. E se davanti a loro ci sono solo una decina di macchine, dietro le auto in coda per fare il tampone formano una fila di almeno 700 metri. Le strutture sono in questi giorni sotto pressione, con lunghe code in auto e attese per i tanti tamponi da effettuare. Ti potrebbe interessare anche: Salvini-Giorgetti: c’è stato l’incontro. Cosa si sono detti a porte chiuse per un’ora