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“Sconcertati dall’Italia”: dopo la Francia, il Venezuela. Parole durissime contro Conte e il governo

Parole dure quelle che arrivano in una lettera aperta scritta dal leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidò: “Con profondo sconcerto non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana”. L’autoproclamato presidente ad interim del Paese, la cui delegazione è in visita nel nostro territorio, ha aggiunto: “Non capiamo perché il Paese europeo a noi più vicino non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni, sotto l’egida della comunità internazionale, e lo sblocco degli aiuti umanitari”.

Un riferimento chiaro, deciso, alla posizione annunciata dal premier Conte, tra i pochissimi in Europa a scegliere di non schierarsi né con il regime di Maduro né con l’opposizione di Guaidò. “In questi anni – si legge ancora nella lettera di Guaidò agli italiani – il regime dittatoriale e violento di Maduro ha portato il Paese ad una crisi economica e democratica senza precedenti. Non abbiamo cibo per sfamare i più poveri, gli anziani, le donne e bambini. Non abbiamo medicine per curare i nostri malati, la nostra moneta perde valore, di giorno in giorno”.Per questa ragione, spiega Guaidò, “milioni di venezuelani scendono nelle piazze a manifestare pacificamente da diversi mesi”. Si tratta, spiega il capo dell’opposizione venezuelana, di una “protesta democratica e non violenta per chiedere libere elezioni, per chiedere lo sblocco degli aiuti umanitari, fermi alle nostre frontiere per volontà di Maduro e del suo esercito”.Il leader dell’Assemblea nazionale venezuelana, riconosciuto presidente ad interim tra gli altri da molti Paesi della Ue e dagli Stati Uniti, aggiunge che il Paese sta vivendo “una catastrofe umanitaria senza precedenti, a causa di un governo illegittimo e non riconosciuto dalla comunità internazionale. Tutta la comunità italiana in Venezuela è vittima della dittatura, ed è vittima tanto quanto i venezuelani del flagello della fame e della mancanza di medicine”.

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