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Sesso in carcere: scontro Lega-Pd sulle ‘casette dell’amore’

Prima sono stati lo ius soli e il ddl Zan a far litigare per l’ennesima volta i parlamentari di Lega e Pd. Adesso ci si mettono pure le cosiddette ‘casette dell’amore’. Il nuovo scontro tra salviniani e lettiani nasce da una proposta di legge formulata dal consiglio regionale della Toscana allo scopo di istituire queste ‘casette’ in nome del diritto a fare l’amore anche in carcere. Proposta poi sbarcata in Senato grazie alla senatrice del Pd Monica Cirinnà che ne è divenuta relatrice in quanto componente della commissione Giustizia. La curiosa iniziativa ha però fatto saltare sulle poltrone i colleghi leghisti, con in testa il presidente della seconda Commissione, Andrea Ostellari.

Scontro Lega-Pd sulle ‘casette dell’amore’

Ostellari attacca frontalmente il Pd che secondo lui “non smette di sostenere iniziative ideologiche ignorando le priorità del Paese”. Una proposta, quella di istituire nelle carceri aree per gli incontri intimi dei detenuti, accusa il senatore leghista, “che ha ottenuto il parere della commissione bilancio del Senato con un impegno di spesa di 28 milioni di euro. Mentre i problemi nelle carceri sono altri. I soldi dei cittadini vanno spesi prima di tutto per garantire più personale e più dotazioni al corpo di Polizia Penitenziaria, costretto a lavorare sotto organico e, come dimostrano le ripetute aggressioni, in condizioni di grave insicurezza”.

“Mi dispiace che il presidente Ostellari, con le sue parole sul ddl di cui sono relatrice sulla tutela dell’affettività in carcere, dia l’ennesimo esempio di benaltrismo”, replica così la Cirinnà che accusa il collega di Palazzo Madama per quella che definisce una “arretrata visione del carcere come discarica sociale, in cui i detenuti ‘rifiuti’ sono gettati. Visione incostituzionale che avvalora l’idea del penitenziario come un luogo in cui carcerati e polizia penitenziaria sono nemici, contrapposti”.

“Garantire l’affettività delle persone detenute, assicurando loro colloqui in ambienti idonei con i familiari e gli affetti più cari (a partire dalle figlie e dai figli), è uno strumento fondamentale per tutelare la loro dignità e rafforzare i percorsi di reinserimento sociale. E anche per sostenere le loro famiglie, che scontano una pena nella pena. Non dobbiamo mai dimenticare che l’articolo 27 della Costituzione parla di umanità della pena stessa”, conclude la senatrice Dem.

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