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Scuola, perché l’accordo di governo sui precari è un disastro per professori e alunni

Il mondo della scuola è in balia di un’incompetenza che da anni si è impossessata del ministero dell’Istruzione e che in questa fase sembra aver raggiunto l’apice. L’inadeguatezza e l’impreparazione della ministra Azzolina sta danneggiando milioni di studenti e milioni di insegnanti. Lo scontro all’interno della maggioranza per il cosiddetto “accordo sui precari” rappresenta uno dei punti più bassi della storia repubblicana. Dove il lavoro dei docenti e di tutti i ragazzi che si sono formati e hanno studiato e coltivato la passione dell’insegnamento viene svilito e delegittimato. Carne da macello. Un riassunto del piano Azzolina? Dice che sono trentaduemila in più, ma in realtà sono settantottomila in meno. Termini vaghi e ritriti come “meritocrazia”, “selezione”, “riduzione del precariato”, nascondono l’ennesimo compromesso politico al ribasso che affosserà la scuola italiana.

Come spiega Il Foglio, “era in programma da tempo un concorso ordinario per l’assunzione di docenti, e non lo si è ancora espletato; si è aggiunta l’opportunità di celebrare un concorso straordinario per l’immissione in ruolo di precari, e lo si è rinviato a dopo l’estate”. Si dovevano aggiornare le graduatorie, e non si aggiorneranno. Un esercito di precari (più o meno giovani) condannati allo stallo. Con la scuola in panne. Risultato, di settantottomila complessivi posti di lavoro che potevano essere messi a bando, il primo settembre non ne sarà assegnato nessuno, zero.

“In compenso però trentaduemila precari dovrebbero essere assunti a tempo determinato – pescando da graduatorie d’istituto faticosamente compilate nelle scorse settimane che un tocco di bacchetta magica trasformerà in graduatorie provinciali – per essere a disposizione dei presidi a inizio anno scolastico, in attesa di vedersi il posto confermato e l’assunzione trasformata in tempo indeterminato (altro tocco di bacchetta magica) con un concorso straordinario che si terrà non si sa quando, se non per la fumosa indicazione ‘dopo l’estate’. Un riferimento cronologico talmente sfuggente da far sospettare che sotto di esso si nasconda l’auspicio che, ‘dopo l’estate’, a sbrogliare la matassa sia un altro ministro o addirittura un altro governo”.

L’effetto concreto è che così il concorso ordinario di cui si parla da un paio d’anni subisce un altro rinvio e slitta ulteriormente. Si legge sempre sul Foglio: “L’ulteriore botta di provvisorietà immessa nel sistema da quest’accordo che accontenta tutti rischierà di far aumentare le cattedre vuote, la discontinuità didattica, il disorientamento degli alunni. Assumiamo a tempo determinato trentaduemila precari, facciamo iniziare l’anno scolastico chissà come e lasciando non chissà quante cattedre vuote, poi li confermiamo con un concorso a posteriori”.

 

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