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Scuola, allarme Ocse: gli studenti italiani non sanno più leggere e comprendere i testi

In tema di scuola, nel nostro paese quando si pensa in quali materie sono bravi i nostri studenti italiani le prime a venire in mente sono le materie letterarie, mentre al contrario la matematica è da sempre vista come punto debole a scuola. Peccato che in base all’ultima indagine Ocse-Pisa sulle competenze in lettura, matematica e scienze di 600 mila quindicenni di tutto il mondo, si ribalta totalmente questo luogo comune in Italia: uno studente italiano su quattro ha difficoltà con gli “aspetti di base” della lettura, come, ad esempio, identificare l’idea principale di un testo di media lunghezza o collegare informazioni provenienti da fonti diverse. Dunque gli studenti italiani non migliorano, anzi peggiorano. A diminuire sono le capacità di lettura e le competenze in scienza, e in entrambi i casi il nostro Paese resta al di sotto della media dei paesi Ocse. Restano stabili invece le conoscenze in matematica, unico settore in cui riusciamo a tenerci sopra alla media. La nuova rilevazione Ocse-Pisa non fornisce un buon segnale sullo stato di salute del nostro sistema di istruzione.

Il campione italiano
L’indagine italiana ha preso in considerazione un campione di 11 mila quindicenni, tutti studenti del secondo anno delle superiori (licei, istituti tecnici e professionali). Quello che è cambiato in questa rilevazione è il tipo di competenze di lettura che vengono testate: il test Ocse-Pisa mirava a capire come si muovono i ragazzi della cosiddetta generazione Z quando si informano sul web. Dei tre compiti misurati (capacità di localizzare l’informazione che si cerca nel mare magnum della rete, comprensione del testo e valutazione della qualità delle fonti) gli studenti italiani sono in difficoltà soprattutto nel primo, mentre fanno un po’ meglio negli altri due. Mentre in matematica i nostri ragazzi sono in linea con la media Ocse (487 punti contro 489, con picchi di 514-5 punti nel Nordovest e nel Nordest: meglio della Finlandia), in lettura siamo dieci punti sotto la media degli altri Paesi (476 contro 487) e ancora peggio va nelle scienze, dove abbiamo avuto un crollo verticale (468 contro 489). Se il punteggio italiano è così basso nella lettura non è perché abbiamo più studenti scarsi degli altri Paesi ma perché i nostri ragazzi e le nostre ragazze faticano a raggiungere i livelli di competenza più alti. In media nei paesi Ocse i cosiddetti top performers sono circa il 10%, da noi la metà.Buone notizie per la matematica
In matematica, soprattutto se confrontiamo le prestazioni attuali con quelle di 15 anni fa, il progresso fattoa scuola dagli studenti italiani è straordinario. Tre ragazzi su quattro raggiungono la soglia della sufficienza (pari al livello due dei test Pisa), in linea con la media Ocse (76%). E uno su dieci raggiunge livelli di assoluta eccellenza (media Ocse: 11%). In particolare le due province di Trento e Bolzano hanno ottenuto risultati non dissimili dai Paesi scandinavi (rispettivamente 518 e 521 punti, contro i 519 dell’Olanda e i 523 dell’Estonia). Drammatico invece il crollo delle prestazioni in scienze. A determinare lo scarso punteggio degli studenti italiani non sono tanto gli scarsi (tutto sommato in linea con la media Ocse: 74% contro il 78%), ma l’estrema rarità di ragazzi davvero eccellenti (solo il 3% contro una media Ocse del 7%).Come è andata all’estero
A questa edizione hanno partecipato 79 Paesi ed economie. Per la prima volta anche la Cina è rappresentata da 4 città e province: Pechino, Shanghai, lo Jiangsu e lo Zhejiang, che svettano in cima a tutte e tre le classifiche a distanze siderali dai Paesi occidentali (555 punti in lettura, 591 in matematica, 590 in scienze), seguite a ruota dalle altre tigri asiatiche. In Europa la parte del leone la fanno i soliti scandinavi, insieme all’Estonia e alla Polonia.

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