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Sempre più investimenti nelle startup italiane hi-tech

Incremento del fatturato dei dipendenti e degli investimenti nelle startup hi-tech italiane, che attraggono anche finanziamenti internazionali. I dati dell’Osservatorio Startup Hi-tech.
Aumentano gli investimenti nelle startup hi-tech italiane, che nel 2016 arrivano a 182 milioni di euro, crescendo del 24% rispetto al 2015. Un dato che se sommato agli investimenti da parte di soggetti internazionali il valore complessivo sale a 217 milioni di Euro.
E nel 2015  è aumentato il fatturato delle startup hi-tech finanziate in Italia, che ha raggiunto 247 milioni di euro, con un aumento dei dipendenti assunti del  55%.
Centro nevralgico dell’ecosistema il nord Italia, dove si concentrano il 58% dei finanziamenti e il 65% delle startup finanziate. Sebbene i primato resti nelle mani del nord crescono gli investimenti nelle startup effettuati dagli attori formali al sud e nelle isole, che passa dal 30% del 2014 al 36% del 2015. Si riduce però nello stesso periodo il numero di startup finanziate nel Mezzogiorno.
Questi i dati che emergono dall’Osservatorio Startup Hi-tech, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Italia Startup – l’Associazione dell’ecosistema startup italiano e presentata in occasione del convegno “Open Digital Innovation: imprese e startup insieme per ridisegnare il futuro”.
Nonostante la crescita risconta quest’anno l’Italia resta indietro per quanto riguarda  gli investimenti dei Venture Capital il cui apporto  è  solamente 1/7 di quanto fanno le controparti tedesche e circa 1/6 di quanto finanziato  in Francia. “Fa tuttavia ben sperare – commenta il Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano – il potenziale ancora inespresso da molti fondi con disponibilità di investimento nel breve-medio periodo, che potrà costituire la linfa vitale per sostenere lo sviluppo nei comparti hi-tech”.

Gli investimenti in startup hi-tech italiane nel 2016

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La componente legata al mondo formale sfonda per la prima volta il tetto dei 100 milioni di euro, raggiungendo il valore di 101 milioni di euro e crescendo del 33%  rispetto al 2015.
Anche la a seconda componente, composta dal variegato mondo degli investitori informali o delle aziende che investono in capitale di rischio delle startup, vede  un incremento significativo, passando dai 71 milioni di Euro del 2015 agli 81 milioni di Euro del 2016.
Per quanto riguarda gli investimenti in startup hi-tech italiane di attori internazionali una prima stima parla di investimenti per il 2016 di circa 35 milioni di Euro. Che se sommati alle componenti precedenti, porterebbero il valore complessivo dei finanziamenti ricevuti dall’ecosistema a 217 milioni di euro.
“Il 2016 – spiega Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Hi-tech – si rivela dunque anno in cui gli investitori internazionali iniziano in maniera sostanziale e più continuativa a fornire sostegno alle startup italiane di qualità: questa dinamica, in crescita rispetto allo scorso anno, potrà e dovrà costituire una direttrice di sviluppo essenziale per dare una dimensione globale all’ecosistema nazionale”

I settori di investimento nelle startup hi-tech

90 le startup che nel 2015 hanno ricevuto finanziamenti da attori formali (rispetto alle 79 del 2014). Di queste il 75% afferisce al comparto Digital, il 17% al Life Science e Biotech e il 7% al Cleantech & Energy (il restante 1% mostra posizionamento in altre aree hi-tech).
L’analisi mostra inoltre come emergano delle verticalità nell’ecosistema startup, di norma concentrate attorno ai settori tradizionali del “made in Italy” rivisitati in chiave hi-tech e digitale come il Foodtech e il Winetech, il Fashion e il Tessile avanzato e il Turismo digitale.
Segnali positivi che se ancora non sono sufficienti per parlare di una svolta strutturale, possono rappresentare se sfruttati in modo sinergico un ulteriore passo avanti per l’universo delle startup italiane.