“Lunedì ero seduta accanto a Sheina, sul sedile posteriore, davanti mio marito e mio figlio Giosuè. All’improvviso ho sentito come un proiettile contro di noi. Mi sono risvegliata dopo un po’ di tempo e ho visto mia figlia finita dietro di me. Sembrava una bambola rotta”. A parlare è Lucia Zito, una madre distrutta per la perdita di sua figlia Sheina, morta lunedì scorso nell’impatto frontale tra una volante della polizia stradale e l’auto della sua famiglia. La ragazza aveva solo 14 anni: “Ci aveva tormentati per andare in quel centro commerciale perché voleva quelle sneakers della Nike – ha ricostruito la donna in un’intervista con Repubblica -. Il giorno prima le avevo comprato un altro paio, simile. Ma niente. Lei voleva quelle e lunedì si è infilata in auto e ci ha detto che non sarebbe scesa fino a quando non saremmo andati a Tiburtina”.

Nel rientro a casa però avvenne poi il drammatico scontro in via di Salone che tolse la vita alla ragazza. Intorno alle 11 la sua disperazione è scoppiata nell’area di osservazione breve del pronto soccorso dell’ospedale Sandro Pertini. “Mia figlia è stata uccisa, la mia famiglia è stata distrutta. Chi è stato? Dov’è? Voglio vederlo in faccia chi guidava quella volante. E adesso voglio morire pure io”, ha affermato la donna. Lucia Zito, 39 anni ad aprile, casalinga, mamma a tutto tondo. Lei è la ferita meno grave dell’impatto frontale di lunedì a Settecamini tra una volante della polizia stradale e l’auto della sua famiglia, i Lossetto.

I due poliziotti a bordo dell’auto di servizio sono entrambi ricoverati con fratture in tutto il corpo. Lucia ha il volto tumefatto e una frattura al setto nasale che andrà a posto con un intervento. Restano gravi il figlio Giosuè di 20 anni, in terapia intensiva all’Umberto I dopo un intervento a un’aorta e il marito Daniele che ha subito un’operazione ai polmoni e ha il bacino fratturato.