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Lo shopping si tinge di rosso: “Oltre 1000 negozi non riapriranno. Ricavi giù del 70%”

Il Coronavirus rischia di fare sparire migliaia di negozi a Roma e non solo. Il gel all’entrata, la misurazione della temperatura del cliente, la sanificazione dei capi di abbigliamento e del negozio. E ancora: il disinfettante prima di digitare il pin sul bancomat. Dopo più di due mesi di chiusura, la riapertura delle attività commerciali con tutte le relative spese da sostenere per la sanificazione e la prevenzione anti-Covid, potrebbero rivelarsi una condizione economica peggiore rispetto a quella di continuare a tenere la serranda abbassata. Secondo la Confcommercio, infatti, il 18 maggio, data in cui l’ultimo decreto della presidenza del consiglio ha stabilito la riapertura dei negozi, ci saranno almeno 1000 attività che a Roma resteranno con le saracinesche giù. Troppe le incognite, troppi i costi da affrontare, troppe le previsioni fosche: incassi a picco del 70%.

David Sermoneta, che è il presidente dell’associazione dei commercianti del centro storico, spiega che la decisione di non riaprire viene presa con un sentimento di rabbia e sofferenza: “È impensabile pensare a ripartire in questa situazione senza che ci sia il minimo supporto da parte di chi ci governa: non potremmo ritirare dalla cassa integrazione i nostri dipendenti, onorare i nostri debiti, pagare gli affitti “. E così, in un mondo fatto di moda e artigianato, dopo due mesi di Lockdown potrebbero non riaccendere le luci anche i negozi David Naman, 45 punti vendita in tutta Italia, 12 nella capitale. “In giro ci sarà pochissima gente in grandi difficoltà economiche- spiega il proprietario dell’azienda, David-Mayer Naman – Non incasseremo nulla e avremo solo costi troppo alti per sostenere la riapertura “.
#IoNonApro
E intanto su social nascono movimenti di protesta di chi vive di commercio. Come “Io non apro”, lanciato da Giulio Anticoli dell’associazione ” Roma Produttiva”. Anche per Anticoli il problema della sanificazione è enorme. ” Nessuno ci ha spiegato come farla. Oltretutto sono spese in più: un apparecchio che spruzza ozono da lasciare acceso la sera quando il negozio è chiuso costa più di 1.500 euro”.Ti potrebbe interessare anche: Nei supermercati calano le promozioni: come il coronavirus ha cambiato la spesa degli italiani

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