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“Silenzio, non si può dire”. Si parla di Garlasco e viene fuori il dettaglio mai svelato su Chiara Poggi

L’ultima puntata di Quarto Grado ha riportato l’attenzione sul delitto di Garlasco, uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi vent’anni. La trasmissione, condotta da Gianluigi Nuzzi, ha approfondito le novità dell’indagine, focalizzandosi su elementi chiave come l’impronta 33 e i tamponi raccolti sulla scena del crimine, riaccendendo così un intenso dibattito tra esperti e legali.

Il confronto tra i consulenti ha evidenziato divisioni significative. Umberto Brindani ha sottolineato l’importanza dell’impronta 33, affermando che, qualora fosse confermata, indicherebbe inequivocabilmente l’autore del delitto. Da parte sua, il generale Luciano Garofano ha contestato la validità di tale prova, definendola un esperimento con troppe variabili e quindi non scientificamente affidabile. La discussione si è poi concentrata sulle ricostruzioni forensi, con posizioni contrastanti riguardo ai rilievi effettuati con il manichino per definire la dinamica dell’omicidio.

“Io ho visto cose che voi…”. Garlasco, l’ex Ris Garofano gela lo studio di Quarto Grado e risponde a Carmelo Abbate

Garlasco, a Quarto Grado si torna a discutere dei tamponi di Chiara Poggi

Durante la puntata, l’attenzione si è spostata sui tamponi effettuati durante l’autopsia di Chiara Poggi, in particolare su una «garza contaminata» trovata senza adeguata protezione nella sala autoptica. Il genetista Marzio Capra, intervenuto telefonicamente, ha confermato la presenza di muffa sulla garza e ha assicurato che il Ris ha valutato attentamente la situazione. Tuttavia, la difesa di Alberto Stasi ha contestato la validità dei tamponi, sostenendo che il tampone orale non sarebbe stato aperto né esaminato.

Il giornalista Carmelo Abbate ha sollevato dubbi sulla veridicità dei verbali di interrogatorio, definendoli tecnicamente falsi per omissione di dettagli importanti. Le repliche sono arrivate dalla giornalista Marina Pugliese, che ha ribadito l’importanza di una corretta narrazione dei fatti. La discussione ha inoltre riguardato le tempistiche della morte di Chiara Poggi, considerate da alcuni troppo calibrate per incastrare Stasi, aspetto che se riconsiderato potrebbe modificare significativamente gli sviluppi dell’inchiesta.

Un servizio esclusivo ha mostrato immagini inedite della sala autoptica dell’ospedale di Vigevano, dove è stata eseguita l’autopsia nel 2007. Le fotografie evidenziano la presenza, accanto al lettino, di strumenti e materiali di laboratorio, tra cui la garza priva di protezione che potrebbe essere la fonte di una possibile contaminazione genetica. Questo dettaglio, se confermato, potrebbe avvalorare le tesi difensive di una contaminazione del profilo genetico denominato “Ignoto 3”.

Il professor Alberto Bonsignore, direttore di Medicina legale all’ospedale Gaslini di Genova, ha sottolineato come il rischio di contaminazione nelle sale autoptiche sia reale, data la presenza di più postazioni di lavoro. Il genetista Capra ha confermato che questa prassi potrebbe aver favorito l’ingresso di un Dna estraneo, forse proveniente da un altro cadavere. Nel corso della diretta, il conduttore Nuzzi ha interrotto Carmelo Abbate quando ha nominato il tampone vaginale, dichiarando di voler mantenere il rispetto per la vittima, mentre lo stesso termine era stato utilizzato in precedenza senza censura da altri ospiti, generando critiche e discussioni sui social network.

La vicenda continua a suscitare polemiche e dubbi, con l’attenzione ora concentrata sull’analisi del profilo genetico denominato “Ignoto 3”, che potrebbe rappresentare un elemento decisivo per la ricostruzione dei fatti. L’inchiesta, ancora aperta, si sviluppa tra sospetti, contestazioni e una verità che appare lontana dall’essere definitivamente accertata.

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