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L’intervista a Simone Caporale, Founder e Ceo di Ponics: “Auspichiamo lo sviluppo di città e società 100% ecosostenibili”

Simone Caporale, Amministratore Unico di Ponics, ci accompagna verso un viaggio lontano, che parte dalle tradizioni del passato e si dirige verso il futuro. Un futuro prospero, raggiante, attento ai bisogni della comunità, il futuro che le nuove generazioni meriterebbero dopo i molteplici danni inflitti all’ambiente fino ad oggi.

Caporale si è fatto portavoce di una nuova cultura alimentare, che rappresenta insieme una rinnovata conoscenza verso le più basilari leggi della coltivazione e un innovativo quanto tradizionale metodo per sviluppare un ecosistema pulito e virtuoso: la coltivazione mediante l’utilizzo di acquaponica.

Dopo una lunga esperienza nel settore finanziario e manifatturiero, Caporale ha unito il know how tecnico, la passione per l’ecosostenibilità e la volontà di lasciare il segno nella società.

Ponics, la startup di cui è Founder e CEO, rappresenta l’innovazione che mancava: per farla e farsi conoscere professionalmente, l’azienda partecipa ad eventi e fiere di settore, sia a livello nazionale che internazionale. Il prossimo appuntamento? La prestigiosa Smau Milano, che si terrà a Fieramilanocity dal 23 al 24 ottobre 2018, dove Ponics presenzierà insieme ai moderni attori dell’innovazione, dalle startup ai più importanti fornitori di soluzioni tecnologiche. Ma procediamo con ordine:


Com’è nata l’idea di creare la startup Ponics?

L’intuizione è arrivata all’improvviso, mentre visitavo EXPO 2015 a Milano con la mia famiglia. Il tema, Nutrire il pianeta, Energia per la vita, era sviluppato in ogni angolo. Uno stand in particolare ha catturato la mia attenzione: mostrava il funzionamento del sistema di acquaponica, un processo conosciuto fin dall’antichità ed utilizzato perfino dal popolo Azteco. Ho approfondito, rendendomi conto di essere davanti a qualcosa di rivoluzionario: è possibile coltivare piante, ortaggi, verdura e molto altro senza bisogno di vasti terreni, in completa autoproduzione, con pochissima acqua e senza agenti chimici! Ho quindi compreso che esisteva un potenziale importante, e dopo studi e progetti, in soli due anni è nata Ponics srl.

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Il percorso professionale: com’è diventato Amministratore Unico di Ponics?

Ho studiato Scienze economiche e bancarie all’Università di Siena, diventando Amministratore del Comitato Locale di Siena e successivamente membro del Financial Consulting Team di AIESEC Italia. Durante quegli anni di formazione mi sono avvicinato al settore dei diritti civili e del sociale. Aiutare la comunità mi ha sempre appassionato, ma la parte politica proprio non faceva per me. Così, dopo una prima fondamentale esperienza come consulente direzionale, sotto la guida di colui che definisco il mio mentore, Giangastone Brogi, grande ex dirigente bancario, noto a Siena come Settecervelli, ho ricoperto il ruolo di direttore amministrativo e finanziario di un’azienda aeronautica ed elettromeccanica in crisi, diventandone successivamente  A. D. e rilanciandola sino a portarla da 3 milioni a 18 milioni di fatturato. Il traguardo raggiunto mi ha dato così la spinta per puntare più in alto e più lontano, anziché sedermi su un posto sicuro. Volevo occuparmi di qualcosa che avesse un impatto concreto sulla società, desideravo fare la mia parte soprattutto per la mia famiglia e le generazioni future, lasciando un mondo migliore rispetto a quello che ci è stato consegnato.

 Così è nata Ponics, tecnologia basata sul sistema di Acquaponica: di cosa si tratta?

L’acquaponica è un sistema di coltivazione ad uso agricolo senza terra, che coinvolge anche l’allevamento ittico. I pesci, infatti, producono deiezioni organiche che contengono ammonio. Queste deiezioni, grazie al ciclo dell’azoto, si trasformano in nitrato di ammonio. L’acqua, carica di questi preziosi e nutrienti elementi, concima in modo del tutto naturale le aiuole cariche di verdura e piante. Queste, a loro volta, per nutrirsi, filtrano l’acqua che ritorna nella vasca ittica depurata e carica solo di elementi necessari al mantenimento del ciclo vitale.

L’utilizzo di questa tecnica permette di salvaguardare l’ambiente: ciò rappresenta un suggerimento o una necessità per la nostra società?

L’utilizzo di questa tecnica permette la diffusione di una nuova cultura alimentare, dove specie animali e piante contribuiscono a vicenda al proprio ciclo vitale grazie ad un processo simbiotico, ricambiando nutrimento e pulendo l’acqua. Così si ottiene un risparmio di oltre il 90% di acqua rispetto ad una stessa coltivazione tradizionale effettuata a terra, con il vantaggio di avere pesce e prodotti coltivati di altissima qualità, in assoluta assenza di sostanze nocive. Con Ponics il nostro obiettivo è proprio questo: rendere accessibile la tecnica dell’acquaponica, diffondendo un processo ecosostenibile e rispettoso del nostro ambiente grazie allo sviluppo delle biotecnologie e soluzioni che integrano rispetto per l’ambiente, design e tecnologia made in Italy.

 Biotecnologie applicate ad un sistema nato e utilizzato secoli fa…

Tradizione e innovazione guidano la filosofia che Ponics incarna e si propone di diffondere: prendendo spunto da tecniche antiche, performanti e rispettose della natura, e unendole alle nuove tecnologie di cui oggi disponiamo, vogliamo creare un sistema a largo consumo, dove a tutti viene concessa la possibilità di autoprodurre secondo il proprio fabbisogno, fino alla creazione di un’intera città-ecosistema, in grado di adottare pratiche meno impattanti per l’ambiente.

Da padre ho sentito il dovere di fare qualcosa di concreto per i miei figli, per l’ambiente che ci circonda e per le generazioni future. Sono preoccupato per la situazione del nostro pianeta, descritta nei continui rapporti Fao, che denunciano inquinamento e stanchezza del suolo per l’eccessivo sfruttamento, che non tiene più conto della stagionalità, del ciclo di vita del prodotto e neppure del cambiamento climatico. Inoltre l’ultimo rapporto di agosto denuncia una situazione drammatica anche per la stessa sopravvivenza di molte specie ittiche marine. Fare la mia parte attraverso qualcosa di concreto mi sembrava non più solo auspicabile, ma assolutamente necessario.

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 Quali sono i vantaggi di una scelta così innovativa?

I vantaggi di adottare un sistema acquaponico sono numerosi: dal risparmio di acqua, a quello energetico, passando per una crescita del prodotto più rapida rispetto a quella a terra, arrivando alla produzione di prodotti agricoli ed ittici 100% naturali, senza l’aggiunta di pesticidi o sostanze nocive.

Ponics promuove inoltre soluzioni integrate, al fine di diffondere una cultura ecosostenibile in qualsiasi settore ad esso collegata, come ad esempio l’uso di pale eoliche, solare termico e fotovoltaico per l’approvvigionamento naturale dell’energia necessaria al sistema. Il tutto è supportato da tecnologia e innovazione. Un esempio: la PonicApp, che permette di monitorare da remoto tutte le attività del sistema acquaponico.

 Quali linee di prodotto offre Ponics a supporto della propria innovazione?

Le linee di prodotto principali sono quattro, ma visto l’interesse riscontrato lungo il nostro percorso, non ci poniamo limiti.

Il primo è Chinampas 2.0, un prodotto creato per un target che mira all’autoproduzione e alla diffusione di una nuova cultura alimentare per la salvaguardia dell’ambiente. Si tratta di una serra vera e propria, completa di climatizzazione, pannello operatore e interfaccia, completamente regolabile ed automatizzato tramite smartphone, tablet o pc. Il vantaggio è lo spazio: 10 mt di terreno, che in serra verticale prendono poco più di 3mq di spazio. È così che auspichiamo in futuro la vera e propria creazione di una vertical farm, supportata da materiali, know how e tecnologia Made in Italy.

Abbiamo poi sviluppato Ponics for business, una linea rivolta ad attività commerciali (ad esempio la ristorazione) che intendono utilizzare i prodotti naturali coltivati negli impianti, sia per includerli nella cucina, sottolineando il processo e la qualità del prodotto, sia per mostrarne il risultato agli stessi ospiti delle strutture interessate.

La nostra terza produzione si rivolge agli amanti del design, che vedono nei sistemi di acquaponica suggestivi complementi d’arredo in spazi pubblici oppure privati.

Infine, ci occupiamo di vendere gli stessi germogli da impiantare nel sistema, qualunque tipologia il cliente scelga di coltivare in autonomia.

 Quali sono gli esempi di progetti sviluppati nel mondo?

I nostri progetti sono numerosi e coinvolgono sia paesi lontani che luoghi più vicini. La suggestiva cittadina di Porto Cervo è stata infatti il luogo dall’esposizione di un prototipo di Chinampas 2.0 nella Promenade du Port, con cui abbiamo iniziato a preparare il progetto per l’estate 2019, che prevede molte novità rispetto alla stagione appena ultimata. Altri progetti sono, al momento, riservati, quello che posso rivelare è la proficua collaborazione con un imprenditore sardo impegnato nella costruzione di una farm da 300 mtq, per la produzione di prodotti ortofrutticoli generati sia da sistema idroponico che acquaponico, commercializzati in fascia di alta qualità.

La simbiosi, appresa nella gestione del sistema acquaponico, la vogliamo ricreare anche nel comparto industriale. Fa tutto parte di un grande ecosistema che ci auguriamo, verrà adottato prima individualmente, poi in comunità fino a creare delle vere e proprie città e società ecosostenibili.

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 La startup: quali sono gli strumenti per finanziarla?

Ponics è una realtà innovativa appena nata (maggio del 2017), partita grazie ad un investimento privato e all’autofinanziamento derivato dalle prime vendite.
Ma per sviluppare gli obiettivi prefissati di diffusione di un metodo agricolo tanto innovativo quanto rivoluzionario, realizzando un intero sistema di vertical farm diffuso su tutto il territorio nazionale, Ponics ha attivato una campagna di equity crowdfunding lanciata i primi di agosto 2018.
Grazie a Starsup, attivatore della campagna, e a Profima, che ha fornito assistenza progettuale, si è potuto procedere ad una raccolta di investimento che ha come obiettivo minimo 150mila euro (max 300mila euro).
Abbiamo già raccolto circa il 40% dell’obiettivo finale, che per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione. La campagna di crowdfunding ha lo scopo di supportare le azioni promotrici dei nostri prodotti, finanziare ricerca e sviluppo ed aumentare la rete delle risorse umane.

Il nostro desiderio è quello di realizzare un ecosistema industriale per creare una rete di impresa attraverso un’impresa che fa rete.

La mentalità ormai diffusa è quella che mostra una società senza valori né contenuti. Iniziamo a dare noi questi stimoli concreti attraverso onestà, rispetto per l’ambiente e impegno sociale. Le generazioni future sapranno seguire il nostro esempio.