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Siria: raid Usa con droni, ucciso un leader dell’Isis

Il Comando centrale degli Usa ha annunciato che le forze armate di Washington hanno ucciso Khalid Aydd Ahmad al-Jabouri in un raid aereo in Siria. Al-Jabouri era considerato dai servizi segreti un alto funzionario dell’organizzazione terroristica Isis ed era additato come il responsabile della pianificazione degli attacchi avvenuti in Europa. Secondo un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, si stima che il gruppo fondamentalista sia formato da un numero compreso tra 5.000 e 7.000 membri, sparsi tra Siria e Iraq, circa la metà dei quali combattenti.
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Raid aereo Usa in Siria: ucciso capo dell’Isis

L’Isis, acronimo di ‘Stato islamico dell’Iraq e della Siria’, è un’organizzazione terroristica islamica sunnita estremista che ha preso il controllo di grandi porzioni di territorio in Iraq e Siria. L’organizzazione è stata fondata nel 1999 da Abu Musab al-Zarqawi, un terrorista giordano, ora deceduto, che ha giurato fedeltà ad Al Qaeda. Adesso l’uccisione di Khalid Aydd Ahmad al-Jabouri in un raid aereo Usa in Siria rappresenta un duro colpo per l’organizzazione

L’Isis negli ultimi anni ha attuato numerosi attacchi terroristici in tutto il mondo, tra cui quelli a Parigi nel 2015 e a Bruxelles nel 2016. Stragi di civili innocenti di cui quella della discoteca Bataclan è divenuto un drammatico simbolo. La loro ideologia è basata sull’interpretazione rigorosa della legge islamica, che sostengono dovrebbe essere imposta appunto attraverso la creazione di uno stato islamico.

L’Isis ha anche commesso atrocità contro i civili, compresi rapimenti, torture e omicidi di massa. Le loro pratiche brutali hanno portato alla condanna internazionale e alla formazione di coalizioni militari contro di loro, inclusa quella guidata dagli Stati Uniti. La morte di Khalid Aydd Ahmad al-Jabouri in Siria, provocata dal raid aereo Usa, rappresenta un importante successo nella lotta contro questa organizzazione e la sua rete terroristica. Secondo i militari americani, infatti, la sua morte interromperà temporaneamente la capacità dell’organizzazione di pianificare attacchi esterni. Il generale Usa Michael Kurill, responsabile del Centcom nell’area, conferma la morte del bersaglio e spiega che “lo Stato islamico rappresenta ancora un pericolo per la regione. Il gruppo era in grado di svolgere operazioni nella regione e voleva operare al di fuori del Medio Oriente”.
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