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I soldati di Erdogan uccidono e calpestano i cadaveri delle donne curde: “Ecco le vostre put***e”

Quello che sta accadendo ai curdi lascia sempre più senza parola. Non passa giorno in cui non arrivino notizie di bambini uccisi, di ustioni da armi chimiche, di civili trucidati, di bombardamenti criminali. Solo nelle ultime ore è successo di tutto: e pensare che – in teoria – ci sia la tregua in corso. Eppure un altro video dell’orrore arriva via internet a testimoniare una volta di più quello che stanno facendo le milizie jihadiste mandate da Erdogan per uccidere i curdi. Fondamentalisti islamici in tutto e per tutto uguali allo Stato Islamico, con la differenza che invece di obbedire al Califfo obbediscono e sono pagati dal Sultano. Le immagini riguardano alcune donne curde.

Nel filmato (uno dei tanti crimini di guerra) si vedono i miliziani che si identificano come i “Mujahideen di Faylaq al-Majd”, ”Jihadisti del Majid corps”’ che urlano “Allah u Akbar” (Dio è grande) davanti ai cadaveri di combattenti  donne curde appena uccise. E poi una sequela di parole volgari dette mentre qualcuno urlava che i morti erano dei “senza Dio”.

Urla un miliziano: “I cadaveri dei maiali del Pkk e Pyd sono sotto i piedi dei Mujahideen di Faylaq”. Poi il video mostra il corpo di una combattente curda delle Unità di protezione femminile (Ypj), che faceva parte delle forze democratiche siriane (Sdf), le donne che stanno difendendo a costo della vita la loro terra. “Questa è una delle vostre puttane che ci avete inviato. Questa è una delle puttane sotto i nostri piedi”, dicono ridendo in maniera squallida, sguaiata e volgare.

In un altro video mostrano una combattente curda fatta prigioniera. E il miliziano dopo aver ringraziato Allah prosegue: “Abbiamo preso una prigioniera del Pkk è nelle nostre mani”. E dietro di lui un altro jihadista si vanta: “Ho fatto io questa scrofa prigioniera”. Questi sono i mercenari jihadisti al soldo dalla Turchia di Erdogan.

Mentre Benedetta Argentieri, reporter di TPI, racconta quanto sta accadendo negli ospedali: una intervistata racconta: “Quando abbiamo chiesto aiuto per aprire un corridoio umanitario tutti i partner internazionali ci hanno voltato le spalle”. Si sono ritrovati soli a dover curare centinaia di persone: “Non solo soldati, ma soprattutto civili, bambini. In tutti questi anni non abbiamo mai visto delle ferite del genere”.

E aggiunge: “Certo che è stato usato il fosforo, ma noi non abbiamo gli strumenti per provarlo”. Si attendono i risultati dei test dei campioni mandati nel Kurdistan iracheno. Quando lo dice si commuove, gioca con la penna. Caccia indietro le lacrime. “In queste due settimane ci hanno colpiti duramente. Ci hanno sparato addosso diverse volte. Due dei nostri medici sono morti, tre sono rimasti feriti gravemente. Altri quattro sono stati rapiti”.

 

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