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Smart working: il no di Brunetta ai sindacati fa esplodere i social

È scontro tra i sindacati del comparto pubblico e il ministero della Pubblica amministrazione guidato da Renato Brunetta. Nei giorni scorsi, diverse sigle sindacali hanno lanciato un appello al ministero per chiedere il ritorno al lavoro agile, o smart working, dei dipendenti pubblici. La causa ovviamente è l’esplosione di nuovi contagi che si sta verificando nel Paese per colpa della variante Omicron. Di fronte alle pressanti richieste dei sindacati, il ministero di Brunetta replica in maniera piccata con una nota ufficiale nella quale conferma l’intenzione di confermare il più possibile il lavoro in presenza. La rabbia di alcuni dipendenti pubblici esplode sui social.

No di Brunetta allo smart working

“La linea fin qui seguita dal governo, grazie alle vaccinazioni, al Green pass e al Super green pass, ha reso pienamente compatibile il massimo livello di apertura delle attività economiche, sociali e culturali, con il massimo livello di sicurezza sanitaria”. Così si legge in una nota del dipartimento Funzione pubblica in risposta all’appello dei sindacati in favore dello smart working.

Ma la linea dura voluta da Brunetta sul ritorno al lavoro agile fa esplodere i social network. “Uffici chiusi per Covid e tutti in mutua invece che lavorare in sicurezza da casa in smart working. Questa è la strategia di Renato Brunetta?”, si chiede polemicamente un utente su Twitter. “Tenere la ffp2 tutta la giornata, tutti i giorni, facendo un lavoro che richiede molta concentrazione è dura. – protesta un altro – Quando ero in smart working anche 2/3 volte a settimana rendevo molto di più e non avevo nemmeno l’ansia di prendere i mezzi pubblici tutti i giorni”.

“Meglio i servizi in smart working che niente servizi da dipendenti malati o in quarantena. Lo capirà il ministro Brunetta? Se e quanto tempo ancora resisterà nel non voler ascoltare il buon senso?”, sbotta una donna. Ma i commenti di questo tenore, e anche peggiori, sono migliaia.

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