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Speranza cede e annuncia: “Il vaccino contro il Covid non sarà obbligatorio, ma volontario”

Il tema legato al vaccino contro il Covid sta facendo molto discutere. E così, intervenendo a Che tempo che fa, il ministro della Salute Speranza ha voluto dare qualche chiarimento: “Le prime dosi arriveranno nel nostro Paese a fine gennaio, ma nella migliore delle ipotesi avremo vaccini per 1,7 milioni di persone per poi avere una vaccinazione di massa in primavera”. E la priorità sarà vaccinare i più fragili, su base però volontaria. “Io penso che l’Italia debba provare a raggiungere l’immunità di gregge con la persuasione e non con la obbligatorietà”.

Per la più grande campagna di vaccinazione della storia d’Italia servirà un’enorme fornitura di aghi e siringhe, che al momento non abbiamo a sufficienza. “La gara europea è in corso – ribatte il ministro – ma nel contempo il commissario Arcuri sta organizzando perché l’Italia abbia una sua autonomia”. Sulla situazione generale, Speranza è chiaro: non è ancora il momento di allentare le restrizioni: “La situazione è molto seria, oggi quasi 600 persone hanno perso la vita ed i casi sono ancora tanti. Al contempo però rt è sceso ed i nostri tecnici pensano possa scendere ulteriormente nei prossimi giorni”.

Spiega Speranza: “Sono ancora i primissimi effetti delle misure prese e non sono ancora sufficienti. Abbiamo ancora numeri imponenti e non possiamo abbassare la guardia”. Un invito alla prudenza è arrivato anche dal coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo per regolare la riapertura dei negozi in vista di Natale. “Per evitare l’assembramento da shopping – spiega Speranza – ci vorrà un monitoraggio rigoroso e sanzioni rigorose. Se non sarà così salta tutto e a gennaio siamo con la terza ondata”.

“Sappiamo che lo spostamento interregionale è stato una causa di importante diffusione del virus – aggiunge Miozzo – però è anche vero che in questa situazione ci sono esigenze di carattere sociale importanti. Saranno dunque fondamentali i dati ma, anche, i controlli e la possibilità di fare autonomamente dei tamponi rapidi”. È evidente però che, conclude il coordinatore del Cts, “se si potranno autorizzare gli spostamenti, ovviamente non potrà mancare il rispetto rigoroso delle regole”.

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