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Spese militari, Cacciari attacca il Pd: “Fanno marchette alla Nato”

Secondo Massimo Cacciari il Pd “dimentica la sua storia” per seguire la “follia del riarmo”. Niente di diverso da una “marchetta” agli americani e ai loro alleati. Il filosofo veneto si sfoga durante un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Insomma, anche sul tema dell’aumento delle spese militari, le posizioni tra lui e quello che una volta era il suo partito di riferimento non potrebbero essere più distanti.

Massimo Cacciari

“È incredibile vedere una forza politica dimenticare tutto ciò che ha ereditato in materia. – dichiara Cacciari al Fatto – Tutto quel pensiero critico, giusto o sbagliato che fosse, nei confronti della politica atlantica, del ruolo dell’Europa come ponte tra Est e Ovest. Tutte queste idee che hanno formato la coscienza politica di una parte della Dc e della totalità di Pci e Psi. Accetterei se qualcuno alzasse la mano per dire ‘ci eravamo sbagliati’. Ma siccome questo non succede, devo dedurre che abbiano dimenticato la propria storia”.

“I partiti oggi sono gruppi dirigenti che si mobilitano per prendere voti, seguendo le correnti di opinione più che formandole. – punta il dito Massimo Cacciari – Il dissenso, su questo come su altri temi legati alla guerra, viene spesso criminalizzato. E questo è il risultato di un percorso che va avanti da 20 anni, per cui al confronto e al dialogo si preferisce una fortissima tendenza al compattamento, soprattutto intorno all’esecutivo”.

“Quando accadono fatti come la guerra, che naturalmente spaventa la popolazione, allora la società civile chiede ancor di più di stringersi attorno al capo. ‘Stringiamci a coorte’. – cita l’inno nazionale italiano – Tutto ciò che è discussione viene meno. O è percepito addirittura come un ostacolo, un impedimento. Ci dicono che bisogna combattere, fregandosene delle cause del conflitto e delle domande. E allora il ragionamento è: o stai di qua o stai con il nemico. Per quanto mi riguarda, sento di avere la schiena dritta e continuo a dire quello che penso”, conclude Cacciari.

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